L’anziano e smemorato Joe Biden resisterà fino alla Nomination?

Approvato nel 1965 e ratificato nel 1967, il Venticinquesimo Emendamento costituzionale ha trovato finora applicazione solo riguardo al subentro del Vicepresidente, caso ed iter previsti dal secondo comma.
Due volte, con Gerald Ford (in luogo di Spiro Agnew) su designazione di Richard Nixon e quando lo stesso Ford, arrivato alla Casa Bianca al posto del dimissionario Nixon, ha nominato Nelson Rockfeller.
Mai si è ventilata invece l’ipotesi di applicarlo per sostituire il Capo dello Stato stesso.
Procedura decisamente complessa quest’ultima e giustamente.
Se ne parla oggi seriamente con riferimento ai problemi oramai evidenti di Joe Biden.
Smemorato (il procuratore che si è occupato di suoi recenti discutibili comportamenti lo ha assolto nel contempo rappresentandolo come un anziano che ha evidenti gravi lacune) e gaffeur probabilmente oltre il limite viene invitato a farsi da parte arrivando anzi gli avversari politici ad invitare Kamala Harris a prendere l’iniziativa, nell’eventualità prevista, che porti alla sua successione come facente funzione.
Ovvio che Biden si opponga vivacemente anche se nel farlo cade in ulteriori smemoratezze e confusioni.
Sono gli americani davvero in un momento difficilissimo visto che entrambi i quasi certi candidati si dimostrano, diciamo così, difettosi.
Entrando a piedi pari nella vicenda, Nikki Haley invita sia Biden che Trump (semplificando un po’ troppo Federico Rampini sul Corriere della Sera definisce il confronto tra i due come quello “tra un deficiente e un delinquente”) a mettersi da parte.
Possibile ma decisamente improbabile una terza via: la scelta da parte democratica di un altro candidato in sede di Convention.
Un vero e proprio bailamme.

10 febbraio 2024