Levi Parsons Morton sapeva rinunciare

Capita che il Partito Repubblicano ti offra la candidatura alla Vice Presidenza.

Corre il 1880 ed avresti ottime probabilità di centrare il bersaglio.

(Addirittura, Chester Arthur che ti sostituirà nella corsa, assassinato poco dopo il titolare James Garfield, sarà Presidente).

Rifiuti su sollecitazione del tuo boss e referente politico Roscoe Conkling.

E vieni ricompensato con la nomina ad Ambasciatore a Parigi.

Arriva il 1888 e a Washington siede da un mandato un democratico (Grover Cleveland e non succedeva dai tempi di James Buchanan).

Stavolta – Conkling è morto ad aprile e questo conta? – accetti l’ipotesi vicaria del prescelto Benjamin Harrison.

Vincete per Grandi Elettori benché il popolo preferisca Cleveland, e ti insedi il 4 marzo 1889.

Arriva la tornata 1892 e nel ticket repubblicano, accanto a quello di Harrison, il tuo cognome manca.

Contrasti interni al GOP, certamente.

Ma anche l’idea di andare altrove.

(Fai bene: Harrison perde).

Ti candidi per il Governatorato del New York infatti.

Vinci ed entri in carica il primo gennaio 1895.

Eserciti un solo mandato biennale.

Provi alquanto svogliatamente ad entrare nel ticket GOP 1896.

Non va e ti ritiri.

Sarai Presidente del Metropolitan Club.

Membro autorevole di altre associazioni di peso sociale e culturale.

Presidente ancora della New York Zoological Society.

Vivrai la bellezza di novantasei anni.

Dai davvero l’idea di essere stato uno che sapeva come fare.

Ti chiamavi Levi Parsons Morton.