Mario Cuomo, il candidato non pervenuto

Due mezze righe, non di più…
Ecco lo spazio dedicato a Mario Cuomo da Maldwyn Jones nella sua imperdibile ‘Storia degli Stati Uniti d’America’.
Troppo poco davvero!
Certo, come candidato alla Casa Bianca è stato un disastro e non per i risultati conseguiti.
Nel 1988, in buona posizione nei sondaggi e nelle indicazioni degli esperti in specie dopo il ritiro di Gary Hart, decide di non partecipare alle primarie democratiche e lascia così via libera a Michael Dukakis.
Quattro anni dopo, da tutti considerato il vero, possibile candidato vincente e non solo nella corsa interna al partito dell’asino, non scende in campo nella maratona che porterà i democratici a scegliere Bill Clinton e a dipoi strappare White House ai GOP.
E nell’uno come nell’altro caso, non dà spiegazioni!
Ma se a livello nazionale delude, non altrettanto fa nel New York.
Governatore in carica dall’1 gennaio 1983, reggerà lo scranno di Albany fino al 31 dicembre 1994: tre mandati Governatoriali consecutivi e con il plauso di tutti.
Di lui, trasfigurandone in qualche modo aspetto e caratteristiche, si occupa, alquanto fuggevolmente come giusto visto il rifiuto, l’anonimo autore (si scoprì solo successivamente che si trattava del columnist Joe Klein) dell’ottimo ‘Colori primari’, il romanzo/documento che racconta con bello stile la storia, le vicende, gli accadimenti – vissuti dall’interno dello staff del candidato in seguito vincente – della campagna elettorale del 1992.
Italo americano con origini anche in quel di Tramonti, ha trasmesso la sua forte passione al figlio Andrew la cui fine ingloriosa è stata purtroppo repentina e del tutto imprevedibile.
Dal predetto romanzo/documento, nel 1998 Mike Nichols, per la sceneggiatura di Elaine May, ricavò il non completamente riuscito ‘I colori della vittoria’, con John Travolta, Emma Thompson, Billy Bob Thornton e Cathy Bates.

31 maggio 2024