‘Maverick’

Di matrice texana (i nativi dello Stato della Stella Solitaria tengono alla propria indipendenza e non per niente il ‘Gigante’, come definì Edna Ferber il loro ‘Grande Paese’, è entrato nell’Unione trattando da pari a pari), il vocabolo ‘Maverick’, originalmente, indicava un capo di bestiame non marchiato, non compreso nella mandria.

Nel gergo politico, la persona indipendente, ribelle, al limite indomabile.

È occorso che uomini di tal fatta siano nel tempo apparsi nella scena USA e che abbiano cercato di aprirsi una strada verso White House.

Ma – spiace dirlo e nel contempo tale constatazione certifica la solidità d’impianto del sistema – senza successo e venendo in qualche modo, mi si perdoni, strozzati nella culla.

Una sola vera eccezione: Robert La Follette.

È vero, più volte sconfitto non è arrivato ad occupare lo scranno che fu di George Washington ma la rivoluzionaria idea (dare ai cittadini elettori la possibilità di scegliere con le Primarie i candidati strappando tale determinante potere alle nomenclature partitiche locali e nazionali) da lui propugnata e sostenuta, lentamente, subendo all’inizio brucianti sconfitte e molto contrastata, ha infine prevalso.

Chapeau!