Mitch McConnell, ancora ‘Majority Leader’?

Senatore del Kentucky, in carica a seguito delle elezioni del 1984 e pertanto dal 3 gennaio 1985, Mitch McConnell è dal 3 gennaio (i mandati hanno inizio sempre a questa data dell’anno seguente le votazioni) 2015 ‘Majority Leader’ alla Camera Alta.
Considerato – per quanto evidentemente bene accetto alla destra conservatrice – un moderato nell’ambito del Grand Old Party e nella attività parlamentare, è certamente un capacissimo conoscitore e manovratore come dimostrano i veramente numerosi successi conseguiti in Senato, praticamente la gran parte delle volte nelle quali abbia mediato o si sia opposto a proposte di legge o a nomine di particolare significato dell’amministrazione democratica quando in carica.
Particolarmente importante nel 2016 l’opposizione, Costituzione alla mano, alla richiesta di ratifica da parte del Consesso della nomina ad opera di Barack Obama a Giudice della Corte Suprema di Merrick Garland in sostituzione del defunto Antonin Scalia.
È soprattutto con Donald Trump alla Executive Mansion che McConnell è protagonista (in ciascuna occasione vincente) di una stagione di nomine di grande futuro impatto nel Paese.
Ovviamente non dimenticando la vincente strategia messa in atto al momento del giudizio senatoriale nell’Impeachment, tre – lo sanno tutti perché concernenti ancora la Corte – le scelte trumpiane di ‘Justices’ di cultura giuridica conservatrice (l’ultima tra loro, Amy Coney Barrett, ‘originalista’ a tutto tondo nella lettura della Carta e delle Leggi) a portare – ma nulla impedisce fortunatamente e a prescindere da ogni valutazione politica a un Giudice di rappresentarsi operativamente in modo difforme da quanto prevedibile – a sei (su nove, anche se non costantemente il Chief John Roberts è su posizioni definibili repubblicane tout court) la maggioranza.
A ben vedere, però, la grande importanza della vasta impresa GOP in corso e condotta a termine nel quadriennio che ha visto il tycoon a White House e McConnell nel citato ruolo è nell’avere nominato il primo e fatto ratificare il secondo oltre 200 (record assoluto in un solo mandato) Giudici Federali di estrazione conservatrice relativamente giovani che restano il lascito dell’Amministrazione certamente più incidente nella vita non solo giuridica ma sociale della Nazione!
Tutto ciò detto, al fine di valutare cosa succederebbe al per ora ipotetico Governo Biden – a quali compromessi e sconfitte dovrebbe piegarsi – nel caso in cui i repubblicani mantenessero (sono al momento 50 contro 48 e si vota il 5 gennaio in Georgia per i due scranni ancora non assegnati) la maggioranza e McConnell fosse confermato nel ruolo.
Vedremo e constateremo.