Ohio, il più classico e pertanto ‘credibile’ ‘Swing State’

Lo sapete, dal Dopoguerra l’Ohio, salvo che nel 1960, ha sempre votato per il candidato poi risultato vincitore.

È conseguentemente il più classico degli ‘Swing States’, gli Stati appunto non attribuibili in partenza ad uno dei due campi politici prevalenti.

(Ricordiamo: ‘Red States’ se tendenzialmente repubblicani e ‘Blue States’ se allo stesso modo democratici).

Ha quindi una notevole importanza conoscerne e verificarne gli orientamenti.

Conta su diciotto Grandi Elettori – non pochi – ma in passato, quando proporzionalmente si collocava più in alto nella lista dei territori maggiormente popolati, ha avuto un ‘peso’ maggiore.

È uno Stato che ha dato al Paese un davvero notevole numero di pretendenti alla Casa Bianca o al ruolo vicario.

Gli eletti: Rutherford Hayes, James Garfield, Benjamin Harrison, William McKinley, William Taft, Warren Harding in un periodo storico (tra il 1876 e il 1920) nel quale non essere nati in Ohio sembrava rendere difficile vincere White House.

Si esprime nelle urne per le Presidenziali dal 1804 essendo entrato nell’Unione l’anno precedente.

Oltre ad avere votato in diciassette occasioni democratico e in ventotto repubblicano, nei primi tempi, ha scelto tre volte i Whig e sei i Democratici Repubblicani.

Altissimo (e come detto maggiormente dal 1948 visto che quattro anni prima era uno degli Stati che avevano abbandonato F. D. Roosevelt alla sua quarta proposizione) il numero dei candidati ‘giusti’ perché vincenti: quarantacinque su cinquantaquattro.

Va naturalmente seguito l’Ohio per le caratteristiche esposte peraltro in unione con l’Indiana, laddove i repubblicani quando eletti, tranne nel 1876, hanno sempre prevalso.

Dal ‘combinato disposto’ dei confinanti Ohio/Indiana non si scappa!