Peccato: non avremo una ‘Brokered Convention’!

Due, sostanzialmente, i candidati democratici rimasti in gara: Joe Biden e Bernie Sanders.
La qual cosa garantisce fin d’ora che a luglio non avremo una ‘Brokered Convention’.
Fino all’1/2/3 marzo (i ritiri precedenti la votazione e risultati del Super Tuesday hanno chiarito il campo), cinque o sei essendo i pretendenti all’investitura, era possibile pensare ad una conclusione della maratona Caucus/Primarie che non vedesse nessuno dei candidati in grado di arrivare alla conquista della maggioranza assoluta dei delegati e di ricevere pertanto la nomina al primo o al massimo (con l’intervento dei Superdelegati) secondo ballottaggio.
Ora (salvo la remota ipotesi dell’entrata nell’agone di un terzo capace di raccogliere consensi), così non sarà.
Joe Biden diventa il super favorito essendo a lui sostanzialmente collegati i settecentosettantuno predetti Superdelegati (dirigenti ed eletti alle cariche nazionali e locali del partito) e per conseguenza necessitando a Sanders di arrivare al Congresso con un vantaggio cospicuo (da ritenere irraggiungibile) tale da non poter essere sovvertito dai voti dell’establishment a lui contrario.
Certo, il Senatore del Vermont farà di tutto per prevalere ma fin d’ora si può prevedere che i giochi infine si concluderanno a favore dell’ex Vice Presidente, fosse pure alla seconda votazione (quella alla quale, come detto, i Superdelegati possono partecipare).