Pence guarda al ‘24

Aggiungere o no al titolo in punto interrogativo?
È in qualche modo ovvio che – con maggiori speranze e possibilità rispetto al periodo precedente l’adozione dell’Emendamento del 1951 che limita a due le possibili elezioni a White House (si guardi al Vice nei primi mandati di Franklin Delano Roosevelt, John Garner: convinto che nel 1940 F. D. non avrebbe chiesto un terzo quadriennio, si fece avanti salvo poi essere impallinato dal Presidente che invece si ricandidò in buona sostanza cancellandolo per di più dal ticket) – Mike Pence pensi e ragioni in prospettiva Casa Bianca.
Fosse confermato con Trump il 3 novembre prossimo arriverebbe alle votazioni del 2 del penultimo mese del 2024 sulla spinta (per carità, non è una garanzia) di otto anni di mani in pasta e di conoscenza dei dossier.
Fosse battuto quest’anno, sarebbe comunque di certo uno dei favoriti per la futura nomination GOP.
Vuole forse tutto questo dire che il Vice di Trump corre in qualche modo per se e basta?
Assolutamente no: è schierato col tycoon senza se e senza ma.
Al punto che qualcuno – tra quanti fra i repubblicani pensano che Trump avrebbe oggi maggiori possibilità avendo al proprio fianco, che so?, una donna o un nero – sostiene che l’ex Governatore dell’Indiana sarebbe perfino disposto a fare senza battibeccare un passo indietro e a cedere la candidatura.
Detto che un cambio in corsa del genere potrebbe avere effetti infelici e che l’idea dovrebbe restare tale, Mike Pence è giustamente sulla rampa di lancio in direzione 2024.
Vedremo se riuscirà a decollare.