Perché Earl Warren non arrivò alla Casa Bianca

“Esiste una particolare Provvidenza divina per i bambini, gli ubriachi, i pazzi e gli Stati Uniti d’America”.
È per confermare tale precisa constatazione (una presa d’atto) di Otto von Bismarck-Schoenhausen che il Destino si è opposto alle aspirazioni presidenziali di Earl Warren.
Governatore della California per tre volte (l’unico eletto ad un terzo consecutivo mandato), candidato alla Vice Presidenza con Thomas Dewey nel 1948 (una delle più imprevedibili sconfitte di un aspirante a White House, quella di Dewey), costretto a lasciare via libera verso la nomination a Dwight Eisenhower nel 1952, Earl fu nominato Chief della Corte Suprema dallo stesso Ike nel 1953 entrando in carica il 5 ottobre.
Ideologicamente e politicamente seguace dei grandi repubblicani progressisti dell’epoca per lui d’apprendistato Teddy Roosevelt, Hiram Johnson e Robert La Follette, Warren sarà semplicemente straordinario come leader di una Corte che è passata alla storia per le sentenze – dal lui guidate e determinate – assolutamente rivoluzionarie e liberali (non ‘liberal’, liberali!).
La demolizione del segregazionismo del Sud democratico e il sostegno ai diritti civili in particolare degli accusati nel processo penale, due dei mille fiori all’occhiello.
Resta Earl Warren probabilmente il solo Presidente della Corte Suprema americana – carica che la citata Provvidenza gli aveva riservato – che si sia avvicinato per competenza, grandezza e decisionismo a John Marshall.
Difficile nel campo fare un complimento più grande.