Perdere vincendo. Vincere perdendo (Non solo guardando alle Presidenziali)

2016, Hillary Rodham Clinton conquista con largo margine la maggioranza dei voti popolari a livello nazionale e perde la corsa verso l’Executive Mansion (1).
Ovviamente all’opposto, Donald Trump ottiene, sempre nell’intera Unione, un numero minore di suffragi e vince.
Per quanto la medesima situazione si sia verificata in precedenza nel 1876, nel 1888 e nel recente 2000 (costantemente a danno dei democratici risultando sempre eletti i candidati repubblicani!) l’accadimento stupisce i non addetti ai lavori.
Non sembra possibile il patatrac ricevendo, come nel caso, milioni di suffragi in più.
Fatto sta che negli Stati Uniti l’attribuzione degli Elettori (Electors, con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni che li scelgono a far luogo dalle votazioni del 1848 il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno bisestile conferendogli il compito di nominare effettivamente il Presidente in un successivo momento e cioè il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del seguente dicembre) avviene Stato per Stato contando appunto localmente e non a livello federale l’esito popolare.
Nello specifico 2016, Hillary Clinton, per dire, ha vinto in California con un margine di ben oltre tre milioni di preferenze ed avrebbe ottenuto il medesimo risultato prevalendo di un suffragio soltanto.
Il tycoon, sempre per dire, ha ottenuto negli Stati poi rivelatisi decisivi i relativi Elettori spesso per poche migliaia di voti in più.
Non va mai dimenticato che gli USA sono uno Stato federale e che in questa come in altre circostanze contano, decidono, i singoli membri componenti e non l’intera Unione.

Elezioni presidenziali a parte, è possibile vincere nelle Primarie ed ottenere la Nomination avendo contro la maggioranza dei cittadini che alle citate votazioni prendono parte.
È accaduto e può succedere in campo repubblicano (in quello opposto si procede quasi sempre proporzionalmente, la qual cosa porta a differenti, non sempre del tutto accettabili conseguenze: per esempio, nel 2008 Hillary Clinton ha perso da Barack Obama pur prevalendo in tutti gli Stati più importanti!) allorquando i Delegati di uno Stato alla Convention sono selezionati con il winner takes all method assoluto.
Nel momento in cui si decide che il candidato che riceve proporzionalmente – anche non raggiungendo la maggioranza appunto assoluta – più suffragi conquista tutti gli aventi in seguito, congressualmente, diritto ad esprimersi.
Per capirci, se in uno Stato che adotti il predetto metodo l’’aspirante alla Nomination mister X ottiene il quaranta per cento delle espressioni di voto e due o più rivali si dividono il restante sessanta il desso potrà contare su tutti i Delegati in gioco pur avendo contro (magari non ferocemente ma contro) la maggioranza degli elettori – iniziale minuscola – del partito locali.
Ove tale configurazione si ripetesse in un numero cospicuo di momenti la Convention conseguente vedrebbe ammessi i rappresentanti di una sia pur consistente, ma tale, minoranza.
E può benissimo accadere che poi, a novembre, nelle urne vengano a mancare al così Nominato gli appoggi di parte dei delusi (che si astengono decidendo per la traversata del deserto in attesa di un candidato gradito sia pure magari anni dopo) con poco piacevoli conseguenze.

Volendo, un caso ancor più evidente, clamoroso, di prevalenza della minoranza si ha quando (come accaduto nel 1824), nessuno tra i candidati avendo attenuto la maggioranza degli Electors, non potendo il Collegio che li compone procedere alla nomina, la palla passi alla Camera dei Rappresentanti laddove secondo Costituzione nei previsti ballottaggi si voterà per Delegazioni contando i suffragi degli Stati tutti uno a prescindere dal numero dei loro abitanti.
Nell’ipotesi – guardando per farci capire alla composizione odierna dei cittadini locali – il peso della California (lo Stato maggiormente abitato) e quello del Wyoming (uno dei meno popolati) sarà il medesimo la qual cosa significa che un solo wyomingite conta quanto oltre settanta californiani!

(1) Uso spesso Executive Mansion in luogo di White House o Casa Bianca perché sostanzialmente fin dopo la ricostruzione della dimora del detentore del potere esecutivo (era stata bruciata il 24 agosto del 1814 dagli Inglesi nel momento peggiore per gli Americani della Guerra del 1812, evidentemente ancora in corso) Bianca non era chiamata.
Fra l’altro, è sbagliato, anche se in uso, parlare dei Presidenti tutti definendoli inquilini della Casa Bianca perché George Washington non vi mise piede (l’edificio fu inaugurato dal successore John Adams dopo il suo decesso) ed in quanto lo stesso Adams, Jefferson e Madison vivevano in una residenza non ancora così denominata.

28 gennaio 2024