Piedi di piombo nel fare previsioni

“Bill Clinton?

Nel 1991, oscuro Governatore dell’Arkansas, non era tra i primi cinquanta dei quali si parlava come possibili candidati democratici da opporre a George Herbert Bush e abbiamo visto come poi sia andata a finire.

E pochissimi a quel momento avrebbero scommesso un soldo bucato sulla defenestrazione dello stesso Bush”.

Così, ieri, intervistato, Bob Woodward, il coprotagonista della investigazione giornalistica politico scandalistica – ovviamente il Watergate – più sconvolgente del trascorso secolo e dell’intera storia istituzionale americana.

È bene se non necessario di questi tempi, quando già pensiamo a questo o quel possibile sfidante di Donald Trump, ricordare i trascorsi storici (non solo il Clinton del 1991/92), per non azzardare troppo facili previsioni.

È vero – e l’ho appena scritto – Trump non ha seri contendenti tra i GOP e pare proprio che il suo oppositore debba uscire da uno tra i ‘fab four’ che i sondaggi mettono oggi in evidenza (Biden, Warren, Sanders e Harris), ma fra sei sette mesi o addirittura in sede di Convention (se ‘brokered’) potremmo trovarci di fronte a un oggi neppure individuabile Mr. Smith per di più capace di insediarsi a White House il 20 gennaio 2021.