Presidente Donald Trump, Vicepresidente Kamala Harris!?!?

È possibile.
Assai improbabile, ma possibile.
Supponiamo che il prossimo confronto novembrino si concluda con un pareggio, duecentosessantanove Electors (con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni dato che loro specifico compito è quello di eleggere effettivamente il Presidente il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del mese di dicembre seguente la votazione da tutti definita presidenziale e cioè nella circostanza 2024 il 16 dell’ultimo mese dell’anno) a testa.
La competenza quanto alla nomina del Capo dello Stato passerebbe alla Camera dei Rappresentanti (dove nei ballottaggi si voterebbe per delegazione statale pesando ogni Stato uno a prescindere dal numero degli abitanti) e quella riferita al Vice al Senato (nel cui ambito non è contemplato il concetto di delegazione).
Voterebbero nell’occasione a gennaio i due rinnovati (a novembre) rami del Congresso.
È in ragione di ciò che, ove le maggioranze (come spesso accade) fossero diverse, si potrebbe arrivare alla conclusione indicata nel titolo.
Una Camera, per semplificare, repubblicana voterebbe Donald Trump mentre un Senato democratico Kamala Harris!

Nota bene.
Dopo le elezioni del 1796, stante l’allora esistente regolamento elettorale, Presidente (John Adams) e Vice (Thomas Jefferson) appartenevano a due differenti partiti.
A seguito della votazioni del 1864, Capo dello Stato il confermato Abraham Lincoln, repubblicano, e Vice Andrew Johnson, democratico.
A Guerra di Secessione ancora in corso, il ticket poi risultato vincente era stato a quel modo composto per dimostrare, sempre semplificando, che non tutti i democratici erano secessionisti.

1 maggio 2024