Presidenziali del 1816

Si vota dall’1 novembre al 4 dicembre.
I membri del Collegio Elettorale sono duecentodiciassette e la maggioranza assoluta è quindi fissata a centonove.
L’ex due volte invano candidato alla Vice Presidenza Rufus King sarà nella circostanza l’ultimo federalista in lizza per la carica di Capo dello Stato e non se la caverà brillantemente visto che vincerà solo in tre Stati e riporterà appena trentaquattro Elettori (con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni avendo essi il compito di eleggere effettivamente il detentore del potere esecutivo).

Il campo democratico-repubblicano era in un particolare momento, assai favorevole, in quanto accreditato della cosiddetta ‘vittoria’ contro gli inglesi nella Guerra del 1812.
Per il vero, il conflitto in questione era terminato senza vinti né vincitori con la firma del Trattato di Pace il 24 dicembre 1814 in quel di Gent (o Gand) in Belgio.
Visto che, ovviamente, all’epoca, le notizie arrivavano dopo giorni e giorni al di là dell’Atlantico, agli inizi di gennaio del successivo 1815, a New Orleans, gli americani e gli inglesi diedero luogo a una ultima battaglia (che, stando al Trattato predetto, non avrebbe mai dovuto avere svolgimento) vinta clamorosamente dai primi per l’occasione guidati dal Generale Andrew Jackson.

Era certa pertanto la vittoria nelle elezioni di un candidato democratico repubblicano e fu all’interno del partito oramai dominante che si lottò duramente.
Alla fine, restati in campo James Monroe – Segretario di Stato con Madison – e William Crawford – Ministro della Guerra nello stesso Governo – potendo il primo contare anche sul sostegno dei due predecessori Jefferson e Madison (quest’ultimo, come George Washington e lo stesso Thomas Jefferson, non aveva cercato un terzo mandato), vinse sia pure non facilmente ottenendo la Nomination.

Molto più facile la contesa finale: contro King vincerà in ben sedici Stati ottenendo centoottantatre voti al Collegio.
Con lui, alla Vice Presidenza, il Governatore del New York Daniel Tompkins.

Per la storia, Monroe è l’ultimo dei Padri della Patria che arriva a Washington per occupare il più alto scranno e l’ultimo Presidente della cosiddetta ‘dinastia della Virginia’ (dei suoi predecessori, solo John Adams, del Massachusetts, non era di origini appunto virginiane).

27 febbraio 2024