Presidenziali del 1820

Per la terza volta – le prime due (peraltro con un regolamento diverso dovuto alla inesistenza del ticket come già illustrato in precedenza) in occasione delle candidature di George Washington nel 1788/89 e nel 1792 – nella storia delle elezioni presidenziali USA per la carica di Capo dello Stato viene designata una sola persona.
Dissolto praticamente il Partito Federalista, non ancora dure e divisive le lotte tra fazioni all’interno del Partito Democratico/Repubblicano (succederà a breve, già quattro anni dopo e in maniera epocale), il Presidente uscente James Monroe ottiene la Nomination senza colpo ferire.
Con lui, nel ticket, nuovamente Daniel Tompkins.

Si vota tra l’1 novembre e il 6 dicembre e tutti i componenti il Collegio Elettorale, al momento opportuno, si esprimono per Monroe.

Tutti, davvero?
No.
Uno dei Elettori del New Hampshire (ed è un politico di peso, già Senatore e Governatore del suo Stato) di nome William Plumer si esprime a favore di John Quincy Adams, Segretario di Stato in carica e, fra l’altro, vero autore della cosiddetta ‘Dottrina Monroe’.
Molti studiosi accreditano la voce che Plumer abbia in tal modo operato per impedire che l’elezione del Presidente uscente fosse paragonabile a quelle del Padre della Patria Washington in quanto ottenuta all’unanimità.
Pare, invece, che il delegato del New Hampshire non avesse affatto una buona opinione di Monroe e che effettivamente gli preferisse il figlio del secondo Presidente.
Il medesimo Plumer, poi, quanto alla Vice Presidenza, non volendo Tompkins, vota a favore di Richard Rush, già Attorney General.

D’altra parte, oltre al suffragio dell’ex Governatore, Tompkins – peraltro, confermatissimo – dovette fare a meno in sede di Collegio Elettorale anche di un certo non molto sostenuto numero di voti andati a Richard Stockton, ex Senatore del New Jersey, a Daniel Rodney, ex Governatore del Delaware, e a Robert G. Harper, a sua volta già Senatore del Maryland.

28 febbraio 2024