Presidenziali del 1884

Nel 1884, si vota il 4 novembre.
Gli Elettori da eleggere sono quattrocentouno e pertanto la maggioranza assoluta è fissata a duecentouno.
La partecipazione al voto è pari al settantasette e cinque per cento degli aventi diritto.

Il Presidente uscente è Chester Arthur, subentrato al Presidente eletto James Garfield a seguito del suo assassinio.
Arthur, a causa dei contrasti interni ai GOP, non si ricandida.

Le due Convention si svolgono a Chicago.
Il Partito Repubblicano, fuori gioco l’uscente, si esprime a favore di James Blaine.
Già Speaker della Camera, già Senatore e Segretario di Stato, Blaine aveva tutte le caratteristiche del candidato più ovvio e sicuro ma era molto chiacchierato per ragioni etiche all’interno del suo stesso partito, ragione per la quale parte dei delegati disertarono la Convention e dichiararono di essere disposti a votare “per un democratico onesto”.
Venne pertanto a crearsi una situazione più favorevole del solito per il Partito dell’Asino che non vinceva le presidenziali addirittura dal 1856.
Il prescelto da parte dell’Asinello fu quindi – data la specchiata rettitudine politico amministrativa dimostrata sia come Sindaco di Buffalo che come Governatore del New York – Grover Cleveland.
(Per inciso, il medesimo, ancora scapolo, aveva una vita ‘allegra’ quanto ai rapporti con il gentil sesso: amanti e addirittura – scandalo! – un figlio illegittimo.
Al riguardo, in carica, ebbe a dichiarare “Gli americani sanno di non avere eletto un eunuco!” Si sposò con la giovane Frances Folsom ed ebbe cinque figli.
Della First Lady occorre qui parlare perché, allorquando il coniuge sarà sconfitto nel successivo 1888, lasciando White House, dirà al maggiordomo “Non tocchi niente perché fra quattro anni torneremo” e così accadde!)

Al termine di una campagna non particolarmente convulsa, Cleveland vinse di pochissimo (il New York, Stato decisivo, lo vide prevalere per mille suffragi appena abbondanti in più del rivale).
Con buona probabilità, Blaine avrebbe potuto malgrado tutto vincere se il Reverendo Samuel Burchard, suo sostenitore, non avesse pubblicamente attaccato e denigrato i cattolici – pochi, all’epoca, ma nel frangente, importanti – definendoli “ubriaconi e dediti alla secessione”.

In termini di Stati, il democratico ne conquistò venti mentre al repubblicano ne andarono diciotto.
In termini di delegati al Collegio Elettorale, Cleveland prevalse per duecentodiciannove a centoottantadue.
(Si consideri che il citato New York contava da solo su trentasei Elettori).

Annotazioni
È l’anno – ribadisco – nel quale si afferma Grover Cleveland, democratico, che, vincendo, interrompe una serie di affermazioni GOP iniziate nel 1860 con Lincoln.
L’esponente dell’Asinello di cui si tratta si segnala per un paio di particolarità.
È l’unico eletto due volte ma non consecutivamente (sconfitto da Benjamin Harrison nel 1888, rivincerà nel 1892) ragione per la quale è conteggiato sia come ventiduesimo che come ventiquattresimo Presidente.
È l’unico Capo dello Stato democratico dal citato 1860 al 1912, dato che dopo di lui e fino a Woodrow Wilson la palla resterà sempre in mano ai repubblicani.

15 marzo 2024