Presidenziali del 1896

Chiamati alle urne per il 3 novembre, gli americani nell’occasione votano in misura pari al settantanove e tre per cento.
Gli Elettori sono quattrocentoquarantasette e la maggioranza assoluta è fissata a duecentoventiquattro.
La contesa risente in modo particolare delle conseguenze della grave crisi economica del 1893.
In corsa, come la volta precedente, non solo il Partito Repubblicano e il Partito Democratico ma anche quello Populista.
Caso eccezionale, quest’ultimo movimento considera quale proprio candidato alla Casa Bianca William Jennings Bryan, lo stesso uomo politico scelto dai democratici.
Così stando le cose, Bryan sarà il primo candidato a White House alla guida di due differenti ticket.
In quello democratico, sarà affiancato da Arthur Sewall e in quello populista da Thomas Watson.

Prima di tornare a trattare del grande oratore e demagogo Bryan (non per niente, a soli trentasei anni – record assoluto visto che il limite minimo è trentacinque – già autorevole al punto di essere nominato) occupiamoci del campo repubblicano.

Già candidato non in prima linea nel 1892, già Governatore dell’Ohio, William McKinley viene scelto come vessillifero per la Presidenza del GOP al primo scrutinio nella Convention in programma per l’occasione a St Louis.
Con lui, a comporre il ticket, il Presidente del Senato del New Jersey Garret Hobart.
Per inciso, il povero McKinley sarà ucciso nel 1901, dopo la sua seconda elezione.
Entrerà pertanto a far parte della maledetta serie vittima della ‘Maledizione dell’anno zero’.
Tra il 1840 e il 1960, infatti, tutti i Presidenti eletti o confermati in un anno con finale zero muoiono in carica: William Harrison, Abraham Lincoln, John Garfield, appunto William McKinley, Warren Harding, Franklin Delano Roosevelt, John Kennedy nell’ordine.
Chi di morte naturale (Harrison, Harding, F.D.R.), chi per mano di un killer (Lincoln, Garfield, McKinley, Kennedy).

Novità notevole; il massimo sostegno al candidato GOP venne e fu procurato dal businessman Mark Alonzo Hanna che raccolse cospicui contributi tra corporation e banche a favore dell’amico.

Da notare infine a proposito di McKinley che sarà l’ultimo veterano della Guerra di Secessione ad essere proposto per la Presidenza dai partiti maggiori.

Tornando a William Jennings Bryan, occorre ricordare, oltre alla giovane età che lo caratterizza in quel 1896, oltre ai due Vice al suo fianco, il fatto che dominò il Partito Repubblicano lungamente e ne fu inutilmente (non vinse mai) vessillifero elettorale altre due volte: ancora nel 1900 e nel 1908.
Non solo, che fu brevemente Segretario di Stato con Woodrow Wilson.
E infine (per il vero, solo perché lo spazio è tiranno), che sarà protagonista come consulente dell’accusa contrapposto al difensore Clarence Darrow – il grande avvocato liberal – del celeberrimo ‘Processo della scimmia’ che vide alla sbarra il professor John Scopes, sostenitore delle Teorie Evoluzionistiche darwiniane il cui insegnamento era vietato in larga parte del Sud (e i fatti occorsero nel Tennessee nel 1925).
Bryan, sconfitto malgrado la grande inesausta eloquenza, morirà al termine della tenzone giuridica.

L’esito della tornata?
A McKinley ventitre Stati e duecentosettantuno Elettori.
A Bryan, ventidue Stati e centosettantadue delegati al Collegio.

18 marzo 2024