Presidenziali del 1952

Alle urne il 4 novembre.
Il numero degli Elettori è fermo a cinquecentotrentuno e il limite della maggioranza assoluta resta fissato a duecentosessantasei.
Notevole l’incremento della percentuale dei votanti (dieci e tre in più) che arrivano al sessantatre e tre per cento degli aventi diritto.
Due campagne interne ai partiti e due Convention (entrambe a Chicago) decisamente lottate, quelle datate 1952.
Il Partito Democratico – che governa dal 4 marzo 1933, momento dell’entrata in carica di Franklin Delano Roosevelt (dal successivo 1937, si ricorda, l’Insediamento fu anticipato al 20 gennaio sempre dell’anno seguente quello elettorale) – teoricamente dovrebbe dare nuovamente fiducia all’uscente Truman (l’Emendamento del 1951 non lo riguarderebbe comunque visto che uno degli articoli prevede proprio che il Presidente in carica possa ripresentarsi).
Capita, però, che Harry, indebolito dall’andamento della Guerra di Corea in corso, venga battuto nella Primaria del New Hampshire dal Senatore populista del Tennessee Estes Kefauver, che aveva acquistato larga fama a livello nazionale presiedendo la Commissione contro il Crimine Organizzato seguita dalle già importanti televisioni.
Ritirato Truman (il quale, comunque, nelle memorie, affermerà di non essersi messo da parte per la sconfitta rimediata ma perché lo aveva già deciso prima – e a tale riguardo ricordo che Raymond Cartier in ‘Le cinquanta Americhe’ sostiene che il ritiro fosse voluto dalla First Lady), Kefauver appare il favorito.
Deve peraltro scontrarsi con agguerriti rivali, tra i quali, per quanto nella circostanza perdenti, vanno ricordati il futuro Vice Presidente e candidato Hubert Humphrey al momento Senatore del Minnesota, Averell Harriman del New York e William Fullbright dell’Arkansas.
Apparentemente e forse realmente non interessato ma infine di contro vincente, il Governatore dell’Illinois Adlai Stevenson II, nipote del Vice Presidente con Grover Cleveland Adlai Stevenson I.
Uomo di notevole cultura e di spirito (durante la campagna, dopo un comizio, avvicinato da una sostenitrice che gli diceva “Tutte le persone intelligenti voteranno per lei” rispose “Cara Signora, non basterà. Occorre la maggioranza”), decisamente gradito agli intellettuali, fu nell’occasione lasciato dalla moglie fervente repubblicana che non poteva accettarne la scelta.
Al suo fianco, il Senatore dell’Alabama John Sparkman.

In campo repubblicano, sceso in campo, il Generale Dwight Eisenhower credeva dall’alto del suo prestigio di ottenere facilmente la consacrazione.
Si trovò invece a lottare con il Senatore Robert Taft, sconfitto infine di stretta misura e solo perché i GOP della costa atlantica ne temevano il fiero isolazionismo e le posizioni fortemente conservatrici.
E non il solo Taft il Comandante delle Forze Alleate dovette sconfiggere.
Anche il Governatore della California Earl Warren – già in corsa come Vice di Dewey nel 1948 e futuro grande Presidente della Corte Suprema – e l’ex Governatore del Minnesota Harold Stassen.
Il partito pensò bene di collocargli a fianco Richard Nixon, un Senatore di stampo conservatore.

Difficili, come si è visto, le scelte.
Facilissima – una valanga – la vittoria di Eisenhower che, primo tra i GOP, andò a fare campagna nel Sud sempre democratico ottenendo anche in quelle bande non poco successo.
Facile altresì per avere garantito se eletto una pace onorevole in Corea.

Risultati:
Eisenhower, trentanove Stati e quattrocentoquarantadue Elettori;
Stevenson, nove Stati e ottantanove membri del Collegio a favore.

1 aprile 2024