Primarie

Il problema delle primarie USA?

Non tutti gli aventi diritto votano.

Anzi.

Ma certamente alle urne si recano i più motivati.

Non dico gli estremisti, ma insomma.

I moderati dell’uno e dell’altro schieramento si astengono.

Capita, quindi, a volte che la nomination venga attribuita a un esponente parecchio a sinistra in campo democratico e assai a destra in campo repubblicano.

Nel caso, la sconfitta novembrina è praticamente certa.

Un esempio per parte.

1964, il GOP sceglie Barry Goldwater, un Senatore le cui posizioni sono considerate alquanto conservatrici.

Perde rovinosamente.

1972, l’asinello opta per George McGovern, un vero radicale.

Sconfitta senza attenuanti.

Qualcuno potrebbe a questo punto eccepire considerando molto a destra Donald Trump.

Nel parco repubblicano dei pretendenti alla nomination nel 2016, però, Il tycoon non era affatto il più conservatore essendo su questo piano superato certamente almeno da Ted Cruz.

È ciò considerato che si può meglio comprendere la rinuncia di Michael Bloomberg.

L’ex Sindaco della Grande Mela pensa in verità di poter battere Trump in un eventuale confronto diretto.

È certo però che non gli riuscirebbe di ottenere la nomination date le sue posizioni moderate che i votanti democratici delle primarie, in un momento di forte radicalizzazione, certamente boccerebbero.