Quale McCarthy?

Me lo ricordo.
E bene.
Stanley Kramer produttore e regista.
Erich Segal autore.
Anthony Quinn protagonista.
Gran bella gente.
Parlo di ‘R.P.M. Revolutions per Minute’.
Del 1970.
Uno dei migliori film del tipo.
Con ‘Fragole e sangue’ e ‘L’impossibilità di essere normale’, Stuart Hagmann il primo e Richard Rush il secondo.
Stesso anno, non tanto incredibilmente.
Ambiente universitario.
Contestazioni studentesche.
Contrasti razziali.
Irruzioni poliziesche nei campus.
Lacerazioni.
Dissesti.
Sullo sfondo ma vero protagonista il fallimento ideale e ideologico americano i cui primi segni – per chi avesse saputo coglierli – si potevano già percepire anni prima nelle ardenti pagine della Beat Generation e nella protesta giovanile apparentemente ‘senza ragione’ alla James Dean.
E confusione.
E incomunicabilità.
E diffidenza.
E ignoranza.
Ricordo il dialogo che corre nella pellicola tra il cinquantenne Paco e la sua giovane amante.
Paco – che deve dolorosamente chiedere alla polizia di entrare nel campus – riflettendo a voce alta dice “E pensare che mi sono battuto contro McCarthy” e la ragazza che replica “E te ne vanti?!”
Seguace lei di Eugene McCarthy candidato radicale alla Casa Bianca nelle elezioni del 1968 e del tutto ignara della persecutoria azione avversa alle sinistre nei primi Cinquanta opera di Joseph McCarthy.
Già allora i giovani non sapevano”.

17 aprile 2024