Quando il computer entrò in gioco

1952, la Remington Rand contatta la CBS.

Vorrebbe seguire la notte elettorale con un proprio computer con l’intento di dare in anticipo una previsione sugli esiti della consultazione.

Si raggiunge un accordo.

Il successivo 4 novembre, alle ore venti e trenta, ecco che in breve il ‘cervello elettronico’ sforna i suoi dati e indica che Dwight Eisenhower vincerà in quarantatre Stati contro i cinque di Adlai Stevenson, che otterrà quattrocentotrentotto delegati lasciandone al rivale novantatre, che il generale raccoglierà trentaduemilioni novecentoquindicimila voti popolari.

Panico.

Visto che i sondaggi davano in lieve vantaggio il democratico e che i dati del computer appaiono comunque improbabili, si decide di divulgare solo la previsione in favore di Eisenhower, senza sbilanciarsi fornendo i dati completi.

Peccato, visto che si verificherà che il responso finale ufficiale non differisce di molto: gli Stati trentanove a nove, i delegati quattrocentoquarantadue a ottantanove per Eisenhower i cui voti saranno trentatremilioni novecentotrentaseimila, con un margine di errore alla fine invero minimo.

1956, quattro anni e i computer operano sia per la ABC che per la CBS.

1960, la NBC usa per la bisogna l’RCA 501 e sulla base solo del dieci per cento dei risultati prevede la risicatissima affermazione di JFK.

Vent’anni dopo, il 4 novembre 1980, in campo Ronald Reagan per il GOP e l’uscente Jimmy Carter per l’asinello, ecco comparire gli ‘exit polls’ che saranno regolati nel 1990 con il Voter News Service, un sistema standard per condurli.

 

(Devo le notizie sopra riportate a Stefano Paganini e alle sue ricerche in merito. Lo ringrazio.)