Quando il Presidente fu eletto dalla Camera

Due le occasioni nelle quali, non avendo nessuno conquistato la maggioranza assoluta dei Grandi Elettori, l’elezione del Presidente USA è stata opera della Camera dei Rappresentanti.

Nell’anno 1800, Thomas Jefferson e Aaron Burr ottennero esattamente lo stesso numero di ‘voti elettorali’ (altra definizione dei Grandi Elettori).

Come prescritto dalla Carta Costituzionale, l’incombenza passò al predetto ramo del Congresso.

Occorsero addirittura trentasei votazioni per arrivare al dunque e fu infine scelto Thomas Jefferson.

(Per inciso, nel caso analogo, la nomina del Vice è competenza del Senato).

Nell’anno 1824, quattro i candidati, nessuno tra loro raccolse la maggioranza assoluta dei sempre citati Grandi Elettori.

Primo, quanto a suffragi popolari e ‘voti elettorali’, Andrew Jackson.

Secondo, John Quincy Adams.

Terzo, William Crawford.

Quarto, Henry Clay.

Il consesso, ai sensi della norma, doveva scegliere tra i primi tre classificati e alla fine si pronunciò per J.Q. Adams che resta quindi l’unico Presidente eletto pur avendo meno voti popolari e meno Grandi Elettori di uno degli altri concorrenti.

L’uno e l’altro esito (1800 e 1824) ebbero conseguenze storicamente importanti che tratterò altrove.

Nel primo caso, parlando di un duello mortale tra un Vice Presidente in carica e un ex Ministro.

Nel secondo, trattando della nascita del Partito Democratico.