Quando il Vicepresidente battuto guida il Congresso

Il tristemente famoso 6 gennaio 2021, al Campidoglio, presieduta la riunione del Congresso dal Presidente del Senato, alla fine, fu ratificata l’elezione di Joe Biden.
Il citato Presidente della Camera Alta era ovviamente (così prescrive la Costituzione) il Vicepresidente Mike Pence, l’ultima volta questa nella quale il detentore della carica vicaria ancora esercitante il mandato (che cessa a mezzogiorno del 20 gennaio) ha guidato la ratifica della propria (in uno con quella del Presidente in cerca di conferma) sconfitta.
Così era accaduto nel dopo Seconda Guerra Mondiale in precedenza anche per Walter Mondale il 6 gennaio 1981 e per Dan Quayle il 6 gennaio 1993.
Più doloroso certamente quando, sempre dopo il secondo conflitto citato, la ratifica in questione è stata presieduta da un Vice in prima persona candidato al massimo scranno e debellato.
Tre i casi:
– il 6 gennaio 1961 nell’incombenza si esercitò Richard Nixon, vicario di Dwight Eisenhower battuto da John Kennedy nel tentativo di salire di grado
– il 6 gennaio del 1969 Hubert Humphrey, Vice di Lyndon Johnson messo ko dal redivivo Nixon
– il 6 gennaio 2001 Al Gore, secondo di Bill Clinton sconfitto da George Walker Bush.

Un caso del tutto particolare riguarda Nelson Rockfeller.
Vicario di Gerald Ford, essendo stato sostituito da Bob Dole nel ticket guidato dal medesimo Ford in cerca di reincarico, condusse una seduta del Congresso che ratificava la sconfitta del Presidente a fianco del quale era stato seduto ma non la propria (già in precedenza, in sede di Convention repubblicana, certificata)

14 febbraio 2024