Quando non c’erano le Primarie. Quando contavano poco o niente

Parte la campagna elettorale presidenziale USA e, finito l’anno precedente nel quale, come si dice, si svolgono le ‘primarie nascoste’ (nessuno esprime il proprio voto ma attraverso i sondaggi e la raccolta fondi il parterre dei candidati alla nomination si screma), a febbraio, con il Caucus dell’Iowa, parte la vera e propria maratona che permette ai pretendenti di raccogliere consensi concreti, di conquistare cioè i delegati da portare alla Convention.

Ogni partito fissa il numero di questi delegati e la ripartizione degli stessi Stato per Stato.

Ovviamente, maggiore il numero degli abitanti più alto e corrispondente quello degli eligendi alla bisogna.

Ogni partito decide altresì se effettuare caso per caso un Caucus (pochi) o una Primaria (quasi dappertutto).

Ogni partito decide se la consultazione Primaria deve essere ‘aperta’ o ‘chiusa’.

Se cioè sono ammessi al voto tutti gli iscritti alle liste elettorali (‘aperta’) o solo quanti iscrivendosi alle liste medesime hanno dichiarato la propria appartenenza (‘chiusa’).

Ogni partito decide se, Stato per Stato, i delegati sono attribuiti proporzionalmente sulla base del voto popolare.

Se invece vengono tutti assegnati a chi prevale per suffragi anche se non raggiunge il cinquanta per cento dei voti espressi (‘winner take all’ assoluto).

Se chi vince per ottenere tutti i delegati deve raggiungere almeno il cinquanta per cento (‘winner take all’ relativo).

È attraverso questa trafila democratica che il popolo degli elettori determina i candidati finali dei singoli partiti alla Casa Bianca, candidati infine ufficializzati alla Convention e cioè al Congresso Nazionale che si svolge in estate.

Convention nella quale verrà altresì deciso il programma elettorale ossia la ‘platform’ partitica.

Ma è sempre stato così?

Assolutamente no.

Per cominciare, la Convention è una ‘invenzione’ datata 1831 (in vista delle consultazioni del 1832) opera dell’allora esistente Partito Antimassonico.

Subito adottats dagli altri, vide fino alle votazioni del 1912 (solo in casa repubblicana nella circostanza) riunirsi delegati sostanzialmente scelti dagli apparati e dalle segreterie partitiche locali senza che agli elettori fosse mai data voce.

‘Inventate’ (per il vero, in precedenza se ne era discusso anche altrove senza arrivare a decidere) ad inizio Novecento nel Wisconsin governato dal fiero riformista Robert La Follette che le adottò a livello statale, le Primarie (in seguito, articolate come sopra illustrato) ebbero per qualche decennio scarso effettivo impatto anche perché scelte come metodo da pochi Stati.

Ricordato che nel precitato 1912 (si tennero in tredici territori statali) tra i GOP Teddy Roosevelt le stravinse per poi essere sconfitto in sede di Convention da William Taft…

che ancora nel 1952, tra i democratici, se ne svolsero solo quindici e che pur avendo vinto dodici di quei confronti Estes Kefauver fu battuto al Congresso da Adlai Stevenson…

va sottolineato che oggi non da oggi praticamente tutti gli Stati (qualcuno usando il vecchio sistema dei Caucus e quindi chiedendo a iscritti e attivisti di votare) scelgono i propri delegati invitando il popolo ad esprimersi.

Sono pertanto oggi espressione di scelte popolari le delegazioni che partecipano alla Convention, ‘momento’ di vera e alta democraticità.