Quel fascista di Ward Bond

Polemiche a non finire in America.

Un congressista repubblicano della California propone di dedicare ufficialmente a John Wayne il 26 maggio, giorno della sua dipartita.

Tuoni e fulmini da parte democratica – sostengo che gli aderenti all’asinello e quelli all’elefantino siano antropologicamente diversi.

“Mai e poi mai”, si grida, “Era un razzista!”.

Una vecchia questione che ogni tanto torna a galla.

Ok, Wayne era per la supremazia della razza bianca.

Ok, in non pochi film western – anche se, evidentemente, non si deve confondere il personaggio con l’attore – ce l’aveva con i pellerossa.

Ma erano, i suoi, tempi assolutamente diversi.

Tempi nei quali – non è possibile dimenticarlo o volutamente tacerlo – il segregazionismo nei confronti dei neri del Sud era opera massimamente dei democratici, e basti qui ricordare i governatori appunto dell’asinello Orval Faubus e George Wallace.

In una vecchia intervista, il grande John Ford che ben conosceva il ‘Duca’ – lo aveva scoperto e dipoi diretto infinite volte – in proposito, ebbe a dire che Wayne, da questo punto di vista, era in qualche modo succube delle idee di Ward Bond che definì “Un vero fascista!”

Ricordate il reverendo capitano Clayton in ‘Sentieri selvaggi’?

Padre Peter Lonergan in ‘Un uomo tranquillo’?

Ebbene, proprio quel desso.

Quell’ottimo caratterista.

Un’esagerazione quella fordiana.

Per il vero il buon Edward (Ward era un diminutivo) era un fiero conservatore e un anticomunista convinto, tanto che nel 1940 aderì alla ‘Motion Picture Alliance for the Preservation of American Ideals’ nel cui programma, al primo punto, figurava l’opposizione ai ‘comunisti’ nel mondo cinematografico.

Come sempre – vale per John Wayne e per Ward Bond – non contestualizzare per pura ignoranza o per ragioni politiche porta a conclusioni discutibilissime quando non semplicemente sbagliate.