Quell’inaccettabile individuo, quell’inciampo dai capelli gialli!

Quanto a precedenti, al fine di sottolineare ancora e ancora soprattutto la volgarità (imperdonabile, secondo le ‘anime belle’ che popolano i media e sostanzialmente disprezzano chi la pensi diversamente da loro) di Donald Trump, si riportano discorsi e comportamenti ritenuti esemplari di predecessori – fra l’altro confondendo molto perché si tratta per la gran parte di Capi dello Stato che non potevano ripresentarsi in quanto eletti già due volte – come lui (nulla peraltro documenta ufficialmente che lo sia) sconfitti.
Ovviamente, nessuno sottolinea il fatto che Donald Trump si è trovato da subito – già dalla sua candidatura da sostanziale ‘maverick’ per la nomination repubblicana – ad affrontare (e, male gliene è incolto) e respingere attacchi mediatici senza pari.
Dapprima, per essere come detto ‘maverick’ (era nel 2015/16 un vitello non marchiato e pertanto ‘senza padrone’ e come uomo politico imprevedibile), un repubblicano certamente atipico, avversato fortemente dalla ‘vecchia guardia’ GOP.
Poi per avere incredibilmente sconfitto Hillary Rodham Clinton, ‘destinata’ alla Presidenza secondo tutti e sostenuta a spada tratta dai detentori del ‘potere mediatico politico nazionale’, dai poteri economici invero da molti Americani ritenuti il peggio del peggio.
Per rappresentare elettoralmente – altra cosa inaccettabile – in buona sostanza la “gente” definita pubblicamente “impresentabile” proprio dalla predetta ex First Lady.
Per difendere e farsi sostenitore (“barbaro”) di posizioni etiche di una destra “retrograda” che non accetta le “magnifiche”, assolutamente non rinunciabili, moderne, ‘aperture’ liberal in tema di aborto, rapporti tra gay, lgbtq e quant’altro.
Per avere designato ed eletto con il conforto del Senato (come si è permesso di rispettare la Costituzione in merito?) Giudici della Corte Suprema e Federali ‘originalisti’
Per avere denunciato e dimostrato l’incapacità dell’a prescindere osannato Barack Obama a risolvere la crisi della ‘Rust Belt’.
(La storia – non la narrazione – dovrà prima o poi scrivere quanto accaduto ai democratici nel novembre 2016 dopo otto anni di Obama: furono seccamente sconfitti per la Casa Bianca, per la Camera, per il Senato, per numerosissimi Governatorati e nelle elezioni statali).
Per essersi dimostrato capace sul piano economico al punto di proporsi prima dell’arrivo sulla scena del Covid quale sicuro vincitore a novembre.
Per avere infine ottenuto – non doveva essere travolto da una ‘ondata blu’ irrefrenabile? – un risultato in termini di voto popolare eccezionale, molto superiore alle attese drogate per mesi da sondaggi come si è visto ‘farlocchi’.
Per avere adesso intenzione (ma come, non lascia immediatamente – brutto sporco e cattivo – qual è?) di difendere giuridicamente le proprie ragioni.
Ed è straordinario infine (ma non infine, altro potendosi qui aggiungere) il fatto che oggi migliaia e migliaia di articoli parlino quasi esclusivamente del cambio di colore dei capelli del tycoon, non più gialli!