Ratifica al Senato? Il 2016 non è il giusto riferimento

Insorgono i democratici e chiedono che la ratifica della nomina di Amy Coney Barrett venga calendarizzata non “dopo le elezioni”, come viene erroneamente scritto, ma “dopo l’inizio della prossima legislatura”, che è fissato al 3 gennaio.
(Come tutti dovrebbero sapere, ‘dopo le elezioni’ comprenderebbe anche il periodo – ‘Lame-duck session’ – che va dal giorno successivo al voto al predetto 3 gennaio, periodo nel quale i Senatori attualmente in carica, anche fossero stati battuti, sono nel pieno delle loro capacità).
Sinceramente, non si vede per quale mai ragione Trump e il Grand Old Party dovrebbero accedere ad una simile richiesta.
Si ricorda, in merito, quanto occorso nel 2016, allorquando Obama indicò Merrick Garland quale successore di Antonin Scalia.
La situazione – per quanto venga rappresentata come identica (si era anche allora nell’ultimo anno di governo del Presidente) – è assolutamente diversa.
Al Senato la maggioranza era allora del partito avverso a quello del Capo dello Stato e aveva tutto il diritto di dichiarare che non avrebbe ratificato la nomina.
Adesso, Presidenza designante e maggioranza senatoriale coincidono.
Più differente di così!