Riepilogo delle regole in merito alla nomina del Presidente

‘Il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno bisestile’ (dalle votazioni del 1848, per una Legge del gennaio 1845), gli elettori (con l’iniziale minuscola) sono chiamati alle urne per scegliere Stato per Stato gli Elettori (con l’iniziale maiuscola) che nel numero totale, oggi, di 538 (pari al totale dei Congressisti più 3 spettanti al District of Columbia) procedono nel da loro così formato Collegio Elettorale alla nomina teorica del Presidente ‘il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del dicembre successivo’.
La predetta comunicazione ufficiale da parte degli Stati dei Grandi Elettori (come li ho definiti) deve quest’anno avvenire entro il giorno 8 dicembre.
La conseguente votazione, come appena citato parlando di ‘primo lunedì dopo il secondo mercoledì eccetera’, il 14 successivo.
Essendo 538 in totale, la maggioranza assoluta da raggiungere da parte di uno dei candidati è di minimo 270 suffragi.
Fino a quando il Collegio Elettorale non si esprime (per il vero, anche dopo), nessuno ha titolo ad essere anche solo indicato come Presidente.
Le funzioni spettano ovviamente all’inquilino di White House in carica – sia rieletto, risulti sconfitto, non sia ricandidabile per via dell’Emendamento del 1951.
Se il Collegio Elettorale esprime una maggioranza, la ratifica del suo operato è compito della Legislatura Congressuale che si radunerà il 3 gennaio del seguente anno a Washington Legislatura che procede normalmente alla bisogna il 6.
Solo allora, sarà possibile dire che il candidato tal dei tali entrerà in carica il successivo 20 gennaio a mezzogiorno con la cerimonia del Giuramento.
Dopo di che venendo a questi giorni, NESSUNO è stato eletto Presidente.
E tutti coloro che dicono il contrario sono ignoranti oltre ogni dire o in dichiarata malafede.

1) Può essere ‘divertente’ esaminare una possibilità quanto alla comunicazione da parte degli Stati dei rispettivi Grandi Elettori.
Ricordato che in merito al sistema elettorale scelto per nominarli sono autonomi (non esiste una Legge federale e 48 più il District usano il Winner takes all), nella malaugurata ipotesi in cui prima del citato 8 dicembre, causa contestazioni e ricorsi, uno o più Stati non siano in grado di comunicare un dato ufficiale, è possibile che l’Esecutivo locale designi i Grandi Elettori prescindendo da un voto popolare la cui congruità non è nota e certificabile.
Nessuno scandalo nel caso ma l’applicazione della Legge.

2) Nella ipotesi estrema (è accaduto nel 1824 e, differentemente risolta, nel 1876), in cui non si formi una maggioranza nel Collegio, la Camera dei Rappresentanti sarebbe l’Organo preposto alla nomina finale.
Colaggiù, il voto è ‘per Delegazione Statale’ la qual cosa significa che il voto è dello Stato e conta uno.
Ciò significa che la California e il Wyoming ‘pesano’ ugualmente per quanto lo Stato con capitale Sacramento conti su milioni e milioni di abitanti e il Wyoming all’incirca 500 mila.
Prevale quindi il candidato che trovi la maggioranza nell’ambito del maggior numero di Delegazioni.
Votasse la Camera attuale, il repubblicano prevarrebbe 26 a 24.