Riflessioni in merito all’Emendamento che limita i mandati presidenziali USA

Il ventiduesimo emendamento alla Costituzione americana così recita:

“Nessuno potrà essere eletto alla carica di Presidente più di due volte, e nessuno che abbia tenuto la carica di Presidente, o abbia agito come Presidente, per più di due anni di un mandato per il quale qualche altra persona era stata eletta come Presidente, potrà essere eletto alla carica di Presidente più di una sola volta.

Questo articolo non si applicherà a chiunque abbia tenuto la carica di Presidente quando questo articolo è stato proposto dal Congresso; ed a chiunque abbia tenuto la carica di Presidente o avrà agito come Presidente nel corso del mandato durante il quale questo articolo diventerà operativo, esso non impedirà di tenere la carica di Presidente o di agire come Presidente nella parte restante di tale mandato.”

Premessa

Ratificato il 27 febbraio del 1951, l’or ora declinato XXII emendamento alla Carta Costituzionale americana non dice, come tutti affermano e credono, che un presidente USA non possa governare più di due mandati (consecutivi o non che siano) e, quindi, per più di otto anni, ma, come chiaramente si legge, che nessuno potrà essere eletto più di due volte.

Teoricamente, pertanto, un capo dello Stato dimissionario prima del termine di uno o di tutti e due i mandati conquistati elettoralmente, pur non avendo compiuto i famosi otto anni di governo non può riproporsi.

L’emendamento fu adottato dopo l’esperienza maturata dagli USA sotto Franklin Delano Roosevelt.

Nel 1796, George Washington aveva rifiutato una terza, sicura elezione affermando che un uomo non poteva sostenere il peso che la presidenza comportava per un periodo superiore agli otto anni.

Nessuno tra i suoi successori (non pochi dei quali vinsero la corsa per lo scranno presidenziale due volte) osò disattendere il dettato del Padre della Patria.

Così fino al 1940, allorquando il predetto F. D. Roosevelt si ripropose, vincendo, una terza volta.

Non contento, nel successivo 1944 sollecitò ed ottenne addirittura un quarto mandato che gli fu fatale.

Entrato difatti in carica il 20 gennaio 1945, morì d’infarto il 12 aprile successivo.

Al fine di evitare altre presidenze in qualche modo infinite, fu adottato l’emendamento in questione.

Un paio di ulteriori precisazioni: per il disposto illustrato, un vicepresidente succeduto mortis causa o a seguito di dimissioni al presidente potrà candidarsi in proprio una solo volta se entrato in carica nel corso del primo biennio del predecessore, potrà candidarsi due volte in proprio se entrato in carica nel secondo biennio sempre del predecessore (si veda, in proposito, l’ipotesi di scuola che chiude questo intervento).

Le disposizioni contenute nell’emendamento non si potevano applicare al presidente al momento della ratifica in carica o al vice che gli fosse eventualmente succeduto.

Gli (eventuali) effetti del XXII emendamento sulle elezioni successive alla sua approvazione

1952: il presidente in carica Harry Truman decide di non ricandidarsi anche se, come appena detto, il testo in questione non poteva riguardarlo.

1956: Dwight Eisenhower, eletto nel 1952, si ripresenta e viene confermato.

1960: Eisenhower, ottenuto il bis, non può ricandidarsi e per la prima volta il dettato dell’emendamento in questione trova applicazione.

1964: Lyndon Johnson, succeduto mortis causa a J. F. Kennedy, si candida e viene eletto.

1964: Johnson, pur potendo chiedere un nuovo mandato visto che era subentrato a Kennedy nel secondo biennio di presidenza dello stesso, non propone la propria candidatura.

1968: viene eletto Richard Nixon.

1972: il predetto Nixon viene confermato ma non porta a termine il secondo mandato perché costretto alle dimissioni.

1976: vince Jimmy Carter (lo sconfitto Gerald Ford, subentrato a Nixon nel corso del primo biennio del secondo mandato di questi, se vittorioso, non avrebbe potuto riproporsi successivamente).

1980: Ronald Reagan defenestra Carter e si insedia a White House.

1984: conferma trionfale per Reagan

1988: Reagan è impossibilitato a ricandidarsi perché già eletto due volte e quanto previsto dall’emendamento relativamente alla presidenza trova attuazione per la seconda volta.

1992: Bill Clinton batte George Herbert Bush.

1996: Bill Clinton si conferma largamente.

2000: per la terza volta, il dettato emendamentale trova applicazione e Clinton non può riproporsi.

2004: conferma di George Walker Bush.

2008: il secondo Bush non può ricandidarsi avendo vinto due volte.

2012: Barack Obama viene rieletto.

Nel 2016, per la quinta volta dall’introduzione nel 1951, il XXII emendamento ha trovato attuazione.

Guardando ai predetti risultati, in quattro occasioni (Eisenhower, Clinton, G. W. Bush, Obama) il successore (Kennedy, G. W. Bush, Barack Obama, Donald Trump) apparteneva al partito rivale a quello del presidente decaduto, in una (Reagan) allo stesso (G. H. Bush).

‘Ipotesi di scuola’

Anno 2024, John Smith viene eletto presidente degli Stati Uniti.

Entrato in carica il successivo 20 gennaio 2025, non porta a termine il mandato a causa di una sopravvenuta malattia.

Ipotesi A: si dimette nel corso del primo biennio e cioè entro il 20 gennaio 2027.

Ipotesi B: si dimette nel corso del secondo biennio e cioè dopo il 20 gennaio 2027.

1 Per quanto attiene al vicepresidente subentrato, se succeduto prima dello spirare del biennio che si conclude il 20 gennaio 2027 potrà successivamente essere eletto alla Casa Bianca una sola volta. Se succeduto nel secondo biennio e cioè dopo il 20 gennaio 2027, potrà essere eletto due volte (all’estremo, potrebbe esercitare i poteri di capo dello Stato per dieci anni meno un giorno!).

2 Per quel che riguarda il presidente dimissionario: guarito – per quanto, comunque meno di un quadriennio, sia restato in carica – potrà essere rieletto una sola volta non corrispondendo al vero quanto popolarmente detto e ripetuto e cioè che possa compiere due mandati e per conseguenza arrivare a un totale di otto anni (limite massimo per un presidente ma non, come appena detto, per il vicepresidente succeduto nel secondo biennio di ipotetica carica del predecessore) di permanenza a White House (il testo dell’emendamento del 1951, come visto, recita difatti “non potrà essere eletto più di due volte”).