‘Senza una causa’ i ribelli anni Cinquanta?

Avete in mente ‘Gioventù bruciata’?

Sì, certo, consacrò James Dean.

Ma, per quanto nel titolo originale si chiamasse ‘Rebel Without a Cause’ rivelava, di più, evidenziava la situazione di disagio nella quale i giovani americani di allora (non soltanto) vivevano.

Si è lungamente parlato, guardando ai Cinquanta USA (il film è del 1955) proprio di giovani ‘sbandati’, assolutamente senza certezze, a dir poco disagiati, senza che la loro inadeguatezza fosse in qualche modo sostenuta da motivazioni ideali o ideologiche.

Del tutto diversi nel loro soffrire e agitarsi dai Teenagers e non del successivo decennio.

Giovani i cui comportamenti decisamente non appartenevano all’America che Hollywood e i governi all’unisono rappresentavano.

Volitiva e forte, ancora alla ricerca di una ‘Frontiera’ nei western con John Wayne.

Ricca, da invidiare e imitare nelle commedie con Doris Day.

Era invero nella letteratura, la grande letteratura americana, che già dai Trenta le cose venivano assai differentemente proposte.

Ernest Hemingway, certo.

Di più, John Steinbeck.

Le criminose città californiane di Dashiell Hammett, Raymond Chandler e dei Pulp Magazine.

Il Sud morente di Erskine Caldwell…

Ed è guardando a questi ‘States’ celati e non per questo ignoti che la ‘causa’ si vede, si comprende.

E non è forse proprio nei benedetti Cinquanta che nasce, in verità ai appalesa, la ‘Beat Generation’?

Nel mentre i Governi Eisenhower ‘normalizzano’.

Nel mentre l’economia tira.

Nel mentre gli Stati Uniti d’America sono i padroni del mondo…

Verranno dopo i Sessanta.

Verranno…