Si fa presto a dire Reagan: ‘Ronnie’ la nomination la ottenne solo al terzo tentativo!

Primarie e Caucus repubblicani del 1968.

In carica quale Governatore della California dal gennaio del 1967, l’ex attore hollywoodiano (ha smesso di recitare nel 1964: ‘Contratto per uccidere’ di Don Siegel – bellissimo -l’ultimo film) nonché già due volte Presidente dello Screen Actors Guild scende in campo.

Prevale d’un soffio quanto al voto popolare (ottiene lo zero e trentanove per cento di suffragi in più di Richard Nixon), vince però solo in Texas, e infine, alla Convention del 5 agosto a Miami Beach, deve assistere alla investitura del redivivo (aveva perso nel 1960 da John Kennedy e fallito dipoi nel 1962 addirittura il tentativo di diventare Governatore di quella California che lui stesso al momento guida) rivale.

Fermo necessariamente nel 1972: impensabile sconfiggere nelle Primarie il Capo dello Stato in carica (Nixon, ovviamente) che si ricandida.

Torna all’agone nel 1976 cercando di battere Gerald Ford, subentrato a White House nel 1974 a seguito delle dimissioni, ancora e sempre, di Nixon.

Ford è in difficoltà all’interno del GOP per avere preferito posizioni centriste (avverse naturalmente al Nostro) e per la scelta fatta quanto alla Vice Presidenza, affidata a Nelson Rockefeller (inviso al punto di essere sostituito nella futura candidatura vicaria da Robert Dole, invano pretendente in proprio nel 1996).

Lotta dura senza paura.

Ma alla fine prevale in sede di Convention, a Kansas City, l’uomo di Omaha che andrà peraltro incontro alla conseguente sconfitta – siamo nel ‘dopo Watergate’, va ricordato – novembrina.

(È, per inciso, il 1976 l’ultima volta nella quale tutte e due le Convention sono aperte perché nell’uno e nell’altro campo nessuno arriva al confronto finale interno con la maggioranza assoluta precostituita).

Due, quindi, i tentativi andati a vuoto per il futuro grande Presidente.

Si rifarà stravincendo sia nel 1980 contro Jimmy Carter che, a valanga, nel 1984 contro Walter Mondale.

Quanto a Primarie e Caucus, in quel 1980 ne vincerà addirittura quarantaquattro con il sessanta per cento dei voti popolari, lasciandone sette a George Herbert Bush che imbarcherà peraltro quale running mate.

Chi la dura la vince.