Stati Uniti d’America, ABC storico politico istituzionale

Collocazione temporale quanto alle origini:
1776/1801, il Mondo cambia

4 luglio 1776.
A Filadelfia i delegati delle Colonie britanniche convenuti ratificano la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America che avevano votato e approvato il precedente 2.

3 settembre 1783.
A Parigi, esattamente all’Hotel d’York, Benjamin Franklin, John Jay e John Adams, a nome delle Tredici Colonie da una parte, e David Hartley, plenipotenziario di Giorgio III, Re della Gran Bretagna dall’altra, firmano il Trattato che pone fine alla Guerra di Indipendenza americana e segna il riconoscimento e la nascita ufficiale degli Stati Uniti.

15 dicembre 1788.
10 gennaio 1789.
Date di inizio e chiusura delle prime cosiddette Elezioni Presidenziali americane.

4 febbraio 1789.
Il Collegio Elettorale composto dagli Elettori (con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni avendo essi il compito specifico di votare il Capo dello Stato completando così quella che è una ‘elezione di secondo grado’) in opera la prima volta nomina Presidente degli Stati Uniti George Washington.

4 marzo 1789.
Entra in vigore la Costituzione americana.

30 aprile 1789.
Insediamento di George Washington, indipendente e primo Presidente USA.

15 dicembre 1791.
Promulgazione del Bill of Rights, Carta dei Diritti che comprende i primi dieci Emendamenti costituzionali.

4 marzo 1793
Secondo Insediamento di George Washington.
(Il mandato 30 aprile 1789/4 marzo 1793, escludendo quelli interrotti dalla morte o dalle dimissioni dell’eletto, è il più breve della storia USA).

4 marzo 1797.
Insediamento del successore di Washington e già suo Vice John Adams, unico Presidente appartenente al Partito Federalista.

1 novembre 1800.
Inaugurazione a Washington della Executive Mansion futura White House, primo inquilino John Adams che sarebbe stato di lì a poco defenestrato.

31 gennaio 1801.
Nominato da un John Adams sconfitto e in procinto di lasciare l’incombenza, entra in carica quale Presidente della Corte Suprema John Marshall, federalista, che – fra l’altro, esercitando il ruolo fino al 1835 – darà l’impronta e le direttive, la ‘cifra’, che da allora guidano l’alto consesso.

4 marzo 1801.
Primo Insediamento di Thomas Jefferson.
Il Partito Democratico-Repubblicano che rappresenta governerà il Paese fino al 4 marzo 1829, giorno della successione di Andrew Jackson che sostanzialmente segna la fine della generazione dei Founding Fathers – ‘cinquanta semidei’ li aveva chiamati Jefferson – che aveva ideato e realizzato gli Stati Uniti e il subentro al governo della borghesia.

Quando e come nacque la Costituzione Americana

16 maggio 1787.
Siamo a casa di Benjamin Franklin, ovviamente a Philadelphia.
Con lui, i primi cinque tra i settantacinque delegati – solo cinquantacinque dei quali parteciperanno effettivamente e, tra andare e venire, in verità una trentina circa, alternandosi, saranno presenti di giorno in giorno – eletti in rappresentanza di dodici (il Rhode Island si è rifiutato di partecipare) dei tredici Stati.
Sono questi sei Signori che nell’occasione, discutendo, decidono che lungi dal revisionare semplicemente gli Articoli di Confederazione come stabilito l’assemblea dovrà ideare e istituire un governo nazionale.
Scrivere pertanto una Costituzione.
Erano
Benjamin Franklin
James Madison
Gouverneur Morris
Edmund Randolph
George Washington
James Wilson.
Il giorno dopo, Madison si mise al lavoro stendendo quello che sarà noto come il Piano della Virginia (Virginia Plan) dato che verrà poi presentato da Edmund Randolph, Governatore appunto dello Stato con capitale Richmond.

Il sistema politico istituzionale

In premessa, indispensabile premessa, gli Stati Uniti d’America sono uno Stato federale la qual cosa significa che i singoli componenti l’Unione hanno particolari e specifici poteri!

Ciò detto e ribadito, colà, quando l’elettore vota per un candidato alla Presidenza in realtà non sta votando per il Presidente.
Sta dicendo – non essendo quella adottata una elezione diretta ad opera degli aventi diritto ma “di secondo grado” – al proprio Stato per quale candidato vuole che lo stesso si esprima nel Collegio formato dagli Elettori.
Come si vede, esistono gli elettori con l’iniziale minuscola e quelli con la prima lettera maiuscola.
Sono i secondi, gli Electors, votati Stato per Stato – dal 1848 “il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre dell’anno coincidente con il bisestile” (Election Day) – in misura proporzionale al numero degli abitanti dello stesso quale risulta dai Censimenti decennali che dal 1790 hanno svolgimento nell’anno con finale zero, a nominare effettivamente il Presidente “il primo lunedì dopo il secondo mercoledì del successivo mese di dicembre”.
Detto che all’ora citato Presidente spetta il potere esecutivo essendo quello legislativo di competenza congressuale e il giudiziario affidato massimamente alla Corte Suprema, nella circostanza, gli Electors – dalle Presidenziali del 1964 complessivamente cinquecentotrentotto ragione per la quale la maggioranza da raggiungere è pari a duecentosettanta – si riuniscono per locale delegazione nelle città capitali degli Stati di appartenenza e provvedono alla bisogna stendendo un verbale che viene poi inviato al Congresso.
Il 6 gennaio seguente, appunto tale consesso – rinnovato anch’esso “il primo martedì dopo il primo lunedì…” come sopra detto totalmente quanto alla Camera e per un terzo con riferimento al Senato – presieduto dal Vicepresidente ancora in carica (la cui scadenza, come quella del Capo dello Stato è fissata al 20 gennaio successivo, giorno dell’Insediamento, Inauguration Day), ratifica la nomina.
È teoricamente possibile che i due candidati più votati (i concorrenti sono infinitamente più numerosi ma praticamente solo il democratico e il repubblicano in condizione di vincere) arrivino alla pari (duecentosessantanove Electors a testa) nel quale caso la decisione sarà opera della Camera dei Rappresentanti che voterà per Delegazione statale valendo ciascuno dei membri dell’Unione a quel mentre uno a prescindere del numero degli abitanti in precedenza, come visto, determinante.
(Incidentalmente, per via della considerazione, della dignità, comunque paritarie, tutti gli Stati hanno due Senatori, dal meno al più abitato).
Al ballottaggio camerale con le stesse modalità si arriverebbe (in effetti, accadde nel 1824) anche nell’ipotesi in cui, essendo almeno tre i candidati in grado di conquistare Stati e pertanto Electors, nessuno tra loro raggiungesse la maggioranza assoluta sopra indicata.

Venendo alle elezioni 2024, gli Electors saranno votati (insieme a tutti i Rappresentanti e ad un terzo dei Senatori) il 5 novembre, identificato in quanto “primo martedì dopo il primo lunedì…” come detto e ripetuto.
Il Collegio formato dagli Electors medesimi eleggerà (salvo il caso improbabilissimo dei tre candidati capaci di vincere Stati…) il Presidente il 16 dicembre, identificato come “primo lunedì dopo il secondo mercoledì… eccetera detto.
Il rinnovato Congresso ratificherà la nomina il 6 gennaio del nuovo anno (a meno che – ipotesi estrema – la Camera sia chiamata al ballottaggio).
Il Presidente entrerà in carica – naturalmente, i Rappresentanti devono risolvere prima, tra il 6 e il 19, la pressoché impossibile questione cennata ove presentatasi – il 20 gennaio alle ore 12, data dell’Insediamento, del Giuramento (per il vero, potrebbe il protagonista anche dare la propria parola) e del Discorso inaugurale.

Nota bene
– Uno
Fino alle votazioni del 1844 comprese gli elettori (iniziale minuscola) potevano votare in un arco temporale più lungo, normalmente oltre un mese comprendendo tale ambito per larga parte novembre (in un mondo nel quale le principali occupazioni erano agricoltura e allevamento, il momento dell’anno considerato di maggiore seppur relativa calma lavorativa).
Solo la prima volta i seggi rimasero aperti tra la fine di un anno e l’inizio del seguente, in effetti dal 15 dicembre 1788 al 10 gennaio 1789, unico caso nel quale si votò anche in un anno dispari
– Due
La coincidenza con il bisestile è dovuta al fatto che le seconde votazioni ebbero luogo nel 1792 che bisesto era.
(Per il vero, il 1800 e il 1900, contrariamente al 2000, bisestili non sono stati in quanto non divisibili per quattrocento – come il terzo citato – così disponendo il Calendario Gregoriano).
– Tre
Il primo Insediamento presidenziale ebbe luogo il 30 aprile del 1789.
– Quattro
Il primo mandato si concluse il 4 marzo 1793 e da allora fino al 1933 compreso così fu (era il 4 marzo data coincidente a quella del 1789 nella quale la Costituzione era entrata in funzione).
È dal 1937 che il quadriennio di permanenza alla Executive Mansion termina nei modi indicati, come sopra specificato, anticipatamente il 20 gennaio.
– Cinque
Si è ora scritto Executive Mansion e non tout court White House ovviamente perché dimora del detentore del potere esecutivo ma soprattutto perché fu denominata come d’abituale uso solo dopo la ricostruzione conseguenza dell’incendio e distruzione dell’edificio dovuti all’esercito inglese in data 24 agosto 1814 a Guerra del 1812 (l’ultima nella quale USA ed ex Madre Patria si scontrarono) evidentemente ancora in corso.
– Sei
Il percorso Caucus, Primarie, Convention con relativa Nomination dei candidati (iter che consente agli elettori – iniziale minuscola – la scelta dei candidati), Vicepresidente compreso, nonché adozione della Platform ovvero del programma elettorale, non è previsto dalla Costituzione o da leggi federali ma è determinato (costruito e sviluppato nel tempo e infine accolto sostanzialmente da tutti i movimenti politici) da disposizioni interne ai partiti (non solo i due egemoni) che in effetti, per non pochi versi, operano negli ambiti differentemente.
– Sette
Nel testo, si fa riferimento alla data 1964 per indicare la prima volta nella quale gli Electors sono stati cinquecentotrentotto perché la circostanza è quella in cui sono stati chiamati al voto i cinquanta Stati (Alaska e Hawaii erano entrati invero già nel 1959) più il District of Columbia, ammesso a seguito dell’adozione di un particolare Emendamento datato 1961.
– Otto
Il Collegio formato dagli Electors era composto da tanti membri quanti erano al momento della votazione i Rappresentanti sommati ai Senatori (aumentando mano mano gli Stati aumentava il totale).
Dal 1964 ai cinquecentotrentacinque (quattrocentotrentacinque per legge dal 1911 i componenti la Camera e cento i Senatori dal 1959, da quando cinquanta gli Stati) come appena detto contati si aggiungono i tre cui ha diritto il District di cui sopra.
– Nove
“Il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre…” e non semplicemente “il primo martedì di novembre” (il secondo giorno della settimana perché la domenica doveva essere esclusa essendo Giorno del Signore, il lunedì essere usato per recarsi ai seggi e quindi…) perché altrimenti potrebbe coincidere con il primo novembre, Ognissanti.
Si consideri che allora la Religione aveva un ruolo e un’importanza fondamentali.
– Dieci
È sbagliato affermare come si fa abitualmente che gli Stati Uniti abbiano cento Senatori.
È così solo in quanto sono oggi cinquanta i componenti l’Unione e due ciascuno i Laticlavi.
Naturalmente, in precedenza, erano di meno (tredici le ex colonie fondatrici, ventisei i Senatori per dire).
Ed in quanto se dovesse entrare a far parte della Repubblica Federale un cinquantunesimo membro diventerebbero centodue.
– Undici
Si è detto che in coincidenza con le Presidenziali (indicate come tali abitualmente) si rinnova anche “un terzo dei Senatori”.
È vero in linea di principio (sono i Laticlavi divisi in tre classi perché, essendo il mandato di sei anni, ogni due, Mid Term Elections comprese, una delle tre è in gioco) ma capita che a quelle ordinarie di aggiungano altre conseguenti alla scomparsa di Senatori o a dimissioni degli stessi.
– Dodici
Per la necessaria completezza in merito alla durata dei mandati, quello camerale è biennale e pertanto il rinnovo colà è totale sia al tempo delle Presidenziali che delle citate Mid Term che hanno svolgimento “il primo martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre” dell’anno pari successivo a quello nel quale si vota per il Capo dello Stato collocandosi quindi a metà (Mid) del mandato (Term).
– Tredici
Si è parlato dei “due partiti egemoni”.
I democratici si sono sostanzialmente formati a seguito della dura contrapposizione conseguente le contrastatissime elezioni del 1824 alle quali si è fatto cenno.
I repubblicani sono stati fondati nel 1854.
Per conseguenza, è dal 1856 che i due partiti si confrontano.
– Quattordici
In precedenza, escluso George Washington, primo Presidente, indipendente, avevano occupato la Executive Mansion, non esattamente nell’ordine visto che in alcuni casi si alternarono, un federalista, quattro democratico/repubblicani, due whig e cinque democratici pre 1856.
– Quindici
I requisiti richiesti per assumere la Presidenza sono:
essere cittadino americano dalla nascita
avere compiuto trentacinque anni
avere risieduto negli Stati Uniti almeno quattordici anni.
Ovviamente, i primi eletti come i candidati sconfitti non potevano essere cittadini dalla nascita non esistendo il Paese prima del 3 settembre 1783, giorno della firma del Trattato di Parigi che lo riconosceva.
– Sedici
A seguito dell’adozione del Ventiduesimo Emendamento del 1951, nessuno può essere eletto Presidente più di due volte .
Cosa in precedenza possibile – per quanto Washington, non accettando un terzo mandato, avesse indicato una precisa strada – tanto che Franklin Delano Roosevelt si candidò e vinse addirittura quattro volte.
– Diciassette
Si tende a considerare figura di secondo piano quella del Vicepresidente, ma, a parte il fatto che qualcuno degli eletti all’incarico si è poi proposto personalmente venendo eletto, ben otto tra loro sono subentrati a seguito della dipartita del Presidente in atto ed uno dopo le sue dimissioni.
– Diciotto
Il Vicepresidente, che per dettato costituzionale presiede il Senato laddove vota solo in caso di parità, è il primo nell’ordine di successione in caso di necessità al Capo dello Stato.
I successivi aventi diritto sono elencati nell’ordine in una specifica disposizione.
-Diciannove
L’espressione First Lady, con la quale si identifica la consorte del Presidente, benché sia usata abitualmente anche ad indicare, che so?, la moglie di Washington, fu adoperata la prima volta nel 1849 quando Zachary Taylor tenne l’orazione funebre in onore della vedova di Madison.
Accanto al Vicepresidente siede invece la Second Lady.
– Venti
Il diritto di voto attivo è concesso dal 1971 già ai diciottenni.
Per esercitarlo occorre iscriversi alle apposite Liste Elettorali.

Addendum
I quarantasei Presidenti con le appartenenze partitiche e le date di permanenza alla Executive Mansion:
George Washington (indipendente, 30 aprile 1789/3 marzo 1797)
John Adams (federalista, 4 marzo 1797/3 marzo 1801)
Thomas Jefferson (democratico-repubblicano, 4 marzo 1801/3 marzo 1809)
James Madison (democratico-repubblicano, 4 marzo 1809/3 marzo 1817)
James Monroe (democratico-repubblicano, 4 marzo 1817/3 marzo 1825)
John Quincy Adams (democratico-repubblicano, 4 marzo 1825/3 marzo 1829)
Andrew Jackson (democratico, 4 marzo 1829/3 marzo 1837)
Martin Van Buren (democratico, 4 marzo 1837/3 marzo 1841)
William Harrison (whig, 4 marzo 1841/4 aprile 1841)
John Tyler (whig, 6 aprile 1841/3 marzo 1845)
James Polk (democratico, 4 marzo 1845/3 marzo 1849)
Zachary Taylor (whig, 4 marzo 1849/9 luglio 1850)
Millard Fillmore (whig, 10 luglio 1850/3 marzo 1853)
Franklin Pierce (democratico, 4 marzo 1853/3 marzo 1857)
James Buchanan (democratico, 4 marzo 1857/3 marzo 1861)
Abraham Lincoln (repubblicano, 4 marzo 1861/15 aprile 1865
Andrew Johnson (democratico ma incluso nel ticket con Lincoln, 15 aprile 1865/3 marzo 1869)
Ulysses Grant (repubblicano, 4 marzo 1869/3 marzo 1877)
Rutherford Hayes (repubblicano, 4 marzo 1877/3 marzo 1881)
James Garfield (repubblicano, 4 marzo 1881/19 settembre 1881)
Chester Arthur (repubblicano, 20 settembre 1881/3 marzo 1885)
Grover Cleveland (democratico, 4 marzo 1885/3 marzo 1889)
Benjamin Harrison (repubblicano, 4 marzo 1889/3 marzo 1893)
Grover Cleveland (democratico, 4 marzo 1893/3 marzo 1897)
William McKinley (repubblicano, 4 marzo 1897/14 settembre 1901)
Theodore Roosevelt (repubblicano, 14 settembre 1901/3 marzo 1909)
William Taft (repubblicano, 4 marzo 1909/3 marzo 1913)
Woodrow Wilson (democratico, 4 marzo 1913/3 marzo 1921)
Warren Harding (repubblicano, 4 marzo 1921/2 agosto 1923)
Calvin Coolidge (repubblicano, 3 agosto 1923/3 marzo 1929)
Herbert Hoover (repubblicano, 4 marzo 1929/3 marzo 1933)
Franklin Delano Roosevelt (democratico, 4 marzo 1933/12 aprile 1945)
Harry Truman (democratico, 12 aprile 1945/20 gennaio 1953)
Dwhigt Eisenhower (repubblicano, 20 gennaio 1953/20 gennaio 1961)
John Kennedy (democratico, 20 gennaio 1961/22 novembre 1963)
Lyndon Johnson (democratico, 22 novembre 1963/20 gennaio 1969)
Richard Nixon (repubblicano, 20 gennaio 1969/9 agosto 1974)
Gerald Ford (repubblicano, 9 agosto 1974/20 gennaio 1977)
Jimmy Carter (democratico, 20 gennaio 1977/20 gennaio 1981)
Ronald Reagan (repubblicano, 20 gennaio 1981/20 gennaio 1989)
George Herbert Bush (repubblicano, 20 gennaio 1989/20 gennaio 1993)
Bill Clinton (democratico, 20 gennaio 1993/20 gennaio 2001)
George Walker Bush (repubblicano, 20 gennaio 2001/20 gennaio 2009)
Barack Obama (democratico, 20 gennaio 2009/20 gennaio 2017)
Donald Trump (repubblicano, 20 gennaio 2017/20 gennaio 2021)
Joe Biden (democratico, 20 gennaio 2021/…)

12 maggio 2024