Stelle

Cinque file composte da sei stelle.

Quattro, intervallate, formate da cinque.

Totale, cinquanta.

Siamo abituati a vedere così determinato il quadrante superiore vicino all’asta della bandiera americana.

Talmente abituati da non pensare (quanto alle persone della mia età, da non ricordare) che il riquadro fosse in precedenza diverso e da non ipotizzare che possa in futuro cambiare.

Detto che le tredici strisce colorate rappresentano le appunto tredici ex colonie che diedero vita all’Unione, va – del tutto inutilmente tanto la cosa è risaputa? – ricordato che le predette stelle riferiscono ai cinquanta Stati che la compongono oggi.

Oggi, perché, naturalmente, nel passato erano (Stati e stelle) in numero inferiore.

È, per dire, solo dal 1959 – allorquando furono ammessi Alaska ed Hawaii – che da quarantotto si passò a cinquanta.

Nel tempo, ogni qual volta un nuovo Territorio ha ottenuto il riconoscimento federale e si è aggiunto è stato altresì necessario ridisegnare il drappo.

Sembra facile, ma in molti particolari casi – in specie se le stelle sono in numero dispari – non lo è affatto.

Potrà sembrare eccessivo dirlo e scriverlo, ma sono convinto che l’aggiunta di un cinquantunesimo Stato (Portorico?) sia resa difficile se non difficilissima anche perché la conseguente bandiera sarebbe asimmetrica e ‘indigesta’, tanto perfettamente oggi si collocano nel quadrante le cinquanta stelle.

 

P. S.

Ogni qual volta necessita adottare una nuova bandiera la cerimonia inaugurale ufficiale ha luogo il 4 luglio successivo a Philadelphia.

Nella circostanza,  il precedente drappo viene bruciato.

 

Nel caso qualcuno voglia vedere come erano disposte le stelle prima del 1959 consiglio di cercare e guardare il bellissimo quadro (invero, diverse essendo le versioni dell’opera, i bellissimi quadri) di Jasper Johns che ne riporta (ne riportano) quarantotto.