Su quali basi si definiscono le nomine in campo politico

Il primo nero…
Più specificamente, il primo afroamericano…
La prima donna…
Il primo gay…
La prima lesbica…
Il primo transgender…
Il primo handicappato…
Trovo davvero insopportabile questo ‘modo’ (questa ‘moda’) a proposito delle scelte politiche (non solamente, ma mi fermo qui).
Implica un gravissimo difetto che definirei moralmente strutturale.
Testimonia la necessità, ininfluente nella realtà, e oramai di tutti, di individuare purchessia la novità (non è d’altronde abituale sentire i politici promettere in campagna elettorale tout court il cambiamento senza alcuna concreta indicazione in merito?)
Purchessia, si è detto, senza nessun riferimento alla sostanza.
Cosa diavolo importa, difatti, per dire – i media lo vanno ripetendo ad ogni designazione fatta in queste ore Joe Biden ed è la milionesima volta che accade – che un Ministro addetto a questo o a quell’incarico sia nero o tricolore?
Conta che sia capace, no?
Che dia garanzie di essere in grado di fare bene, no?
Perché altrimenti a qualcuno potrebbe perfino venire in mente che le scelte siano riservate, a prescindere, solo a quanti appartengano ad una delle categorie sopra riportate.
E che sia effettivamente così!