‘Teddy’, “quel dannato cowboy” come inveiva Mark Hanna

Riformista.

Si fa presto a definirsi tale.

Difficile è esserlo.

Beh, un veemente riformista era Theodore Roosevelt.

Lo dimostrerà alla Casa Bianca abbondantemente.

Qui però illustriamo come e perché proprio il fatto che lo fosse già da prima lo conducesse alla Presidenza.

E non in quanto tale sua caratteristica fosse positivamente vista.

Tutt’altro.

Al contrario.

Arrivato difatti dopo la tornata elettorale del 1898 (una ‘mid term’ che vedeva in gioco anche parte dei Governatorati) ad Albany capitale dello Stato del New York, diede subito fastidio all’establishment GOP che faceva a quei tempi il bello e il brutto gioco curando soprattutto i propri interessi.

A capo della struttura di potere, il potente Senatore Tom Platt.

Fu così – per toglierlo di torno – che questi, visto che il Vice di William McKinley (Garrett Hobart) era morto, si diede da fare perché il Nostro fosse nominato running mate dell’uscente (e quasi certamente entrante) uomo politico dell’Ohio.

Eletto, Teddy lasciò quindi Albany per ricoprire un incarico teoricamente di poco conto.

Che tale è certamente, a meno che il Presidente muoia.

Come in effetti accadde (McKinley fu assassinato), cosa che portò Theodore a White House.

Le pieghe misteriose della Storia.