Ticket Trump Cruz?

Certo, Donald Trump sa perfettamente che il partito non lo vuole.

Sa che i vecchi GOP sperano non raggiunga la maggioranza dei delegati prima della convention per eliminarlo lì.

Sa anche, di contro, di avere il coltello per il manico perché un bel numero di elettori hanno dimostrato finora di essere con lui e può sempre minacciare di candidarsi come terzo incomodo portando così i repubblicani nel baratro.

E’ ben contento dell’andamento di una campagna elettorale – la sua – che all’inizio nessuno aveva preso sul serio.

E comincia a guardarsi intorno.

Chi prendere nel caso come candidato alla vice presidenza?

Qualcuno gli ha chiesto se non sia opportuno allearsi col suo più forte avversario interno, con Ted Cruz.

“Non lo escludo”, ha risposto.

“E’ una pazzia anche solo pensarlo, ma nella vita le cose pazzesche sono millanta!”, ha concluso.

E d’altra parte, dovesse capitare, non sarebbe la prima volta che il vincitore delle primarie prende con se lo sconfitto.

E basti qui ricordare il caso 1980 in casa repubblicana.

Nomination a Ronald Reagan e incarico vice presidenziale al concorrente George Herbert Bush.

E i due signori in questione vinsero!