Un bigamo figlio di una prostituta sconfigge un mezzano

La tornata elettorale del 1828 fu ricca di ogni tipo di attacco politico e di accuse a proposito perfino dell’etica personale e familiare dei due contendenti.
Molte le ragioni.
La durissima contrapposizione personale tra John Quincy Adams e Andrew Jackson dovuta all’esito delle votazioni precedenti…
La assolutamente opposta provenienza familiare dei due contendenti, visto che J. Q. A. era espressione della nobiltà terriera che aveva governato il Paese dalle origini e Jackson era il primo ‘self made man’ arrivato tanto in alto…
La nascita di quel movimento popolare che, demolendo il vecchio partito democratico/repubblicano, portava alla Casa Bianca (la da me definita ‘Seconda Rivoluzione Americana’) la nascente borghesia che si coagulerà nell’allora in culla partito democratico.
Arrivando alle questioni personali, la moglie di Jackson fu accusata di bigamia per una faccenda che riguardava la sua giovinezza.
Morì, secondo il marito (che i maligni volevano figlio di una donna portata in America dalla madre patria “per compiacere i soldati inglesi”), di crepacuore dopo le elezioni ma prima dell’insediamento.
Quanto ad Adams, fu oggetto delle malelingue perché quando era Ambasciatore in Russia si era dato da fare (lo definirono per questo ‘mezzano’) per procurare allo Zar una ragazza americana.
Risultato?
Il 4 marzo 1829 Jackson andò alla Executive Mansion da solo visto che il predecessore si era rifiutato di accompagnarlo.