Una donna dopo un nero (e poi?)

Il cambiamento!

Le riforme!

Da sempre – a parte, ovviamente (e ci mancherebbe), onestà, giustizia e democrazia – gli uomini politici promettono cambiamenti, riforme, politiche nuove.

Basterà dare una veloce occhiata ai discorsi di insediamento dei vari presidenti USA per sentire promesse in merito.

(Per inciso, in ognuna di queste occasioni o quasi, si parla anche di crisi o almeno di gravi difficoltà economiche. Mah).

Visto che alla fine cambiamenti e riforme che davvero migliorino la situazione non se ne vedono se non mooolto raramente (e, verrebbe da dire, per caso) e che le politiche, lungi dall’essere nuove, sono le stesse, da qualche tempo, il partito democratico americano ha pensato bene di cambiare i propri candidati a White House.

Ha portato alla presidenza un nero.

Cerca, con buone speranze, di portarvi una donna che (impossibile fino a pochi anni fa) si è dovuta confrontare con un ‘socialista’).

Dovesse fallire nell’esercizio del potere Hillary come in buona sostanza ha fallito Obama?

Cercheranno nell’LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender)?

Probabilissimo!