Utah mormone

1844, 27 giugno.

Prigione di Cartagine, Illinois.

Joseph Smith, profeta e fondatore della ‘Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni’, fra l’altro candidato alla Presidenza USA, viene ucciso a fucilate in carcere da un gruppo di uomini dal volto coperto di fuliggine.

1847, il 24 giugno, quasi esattamente tre anni dopo, Brigham Young, suo successore alla guida dei Mormoni (come sono conosciuti e denominati abitualmente i predetti ‘Stanti’) – più esattamente alla testa di una avanguardia a quel momento composta da centoquarantadue uomini, tre donne e due ragazzini – giunge all’imbocco di una valle “asciutta, deserta, caldissima, orrenda” (Raymond Cartier, ‘Le cinquanta Americhe’) dalla quale si vedono le sponde di un grande lago “sponde, rive incrostate di sale”.

“That is the place”, esclama.

Ha in precedenza rifiutato di fermarsi in mille luoghi decisamente assai più alla vista accoglienti nei quali però paventa l’arrivo dei nemici ‘gentili’ che nella infelice landa appena scoperta certamente non verranno.

Sempre per lo stesso motivo, di lì a poco, rifiuterà il suggerimento di un certo Brennan – un confratello che era andato invece in California e ne vantava ricchezza e prospettive.

Nasce così Salt Lake City.

Nasce il Territorio (in seguito Stato) dello Utah.

Lo Stato mormone.