William ‘Bill’ Weld ed io

Particolare il mio rapporto con il neo candidato alla nomination repubblicana 2020 William ‘Bill’ Weld del quale seguo dai tempi di Ronald Reagan la brillante carriera.

Apprezzo le sue note posizioni classicamente conservatrici in campo economico.

Dissento totalmente dalle aperture liberal che ne caratterizzano il tratto quanto ai diritti civili.

Aperture peraltro mitigate dalla convinzione (minoritaria ma con evidenti riferimenti alla Costituzione come un tempo considerata, ‘originalista’) che su questi temi debbano legiferare i singoli Stati non potendo essere l’aborto, i matrimoni gay, le questioni riguardanti gli ‘LGBTQ’ e quant’altro materia di competenza federale.

Guardo invero a William Weld con il particolare rispetto che merita una del tutto unica sua caratteristica.

È, dal 1828, dalla defenestrazione di John Quincy Adams ad opera di Andrew Jackson, il solo ‘aristocratico americano’ (una classe del tutto specifica quella degli ‘aristocratici’ USA) che si sia proposto, si proponga per la Presidenza.

Lo farà con il consueto, suo proprio, disincanto weberiano e la leggerezza che richiedono le cose veramente importanti.

Mais oui.

Auguri, per questo, al ‘Commodoro’.