La SEIU spenderà 200 milioni di dollari per sostenere Joe Biden

Secondo il Washington Post, la Service Employees International Union, che rappresenta circa due milioni di lavoratori del settore sanitario, dei servizi immobiliari e del governo, prevede di spendere quest’anno duecento milioni di dollari per sostenere il presidente Biden e i democratici nei campi di battaglia elettorale in tutto il paese”.
“Il sindacato sta facendo il più grande investimento di sempre – dopo aver speso circa centocinquanta milioni di dollari nel ciclo presidenziale del 2020 – con l’obiettivo di raggiungere sei milioni di elettori di colore e, più in generale, di far andare alle urne gli elettori della classe operaia che hanno meno probabilità di votare o di avere mai votato”.

15 marzo 2024

Presidenziali del 1884

Nel 1884, si vota il 4 novembre.
Gli Elettori da eleggere sono quattrocentouno e pertanto la maggioranza assoluta è fissata a duecentouno.
La partecipazione al voto è pari al settantasette e cinque per cento degli aventi diritto.

Il Presidente uscente è Chester Arthur, subentrato al Presidente eletto James Garfield a seguito del suo assassinio.
Arthur, a causa dei contrasti interni ai GOP, non si ricandida.

Le due Convention si svolgono a Chicago.
Il Partito Repubblicano, fuori gioco l’uscente, si esprime a favore di James Blaine.
Già Speaker della Camera, già Senatore e Segretario di Stato, Blaine aveva tutte le caratteristiche del candidato più ovvio e sicuro ma era molto chiacchierato per ragioni etiche all’interno del suo stesso partito, ragione per la quale parte dei delegati disertarono la Convention e dichiararono di essere disposti a votare “per un democratico onesto”.
Venne pertanto a crearsi una situazione più favorevole del solito per il Partito dell’Asino che non vinceva le presidenziali addirittura dal 1856.
Il prescelto da parte dell’Asinello fu quindi – data la specchiata rettitudine politico amministrativa dimostrata sia come Sindaco di Buffalo che come Governatore del New York – Grover Cleveland.
(Per inciso, il medesimo, ancora scapolo, aveva una vita ‘allegra’ quanto ai rapporti con il gentil sesso: amanti e addirittura – scandalo! – un figlio illegittimo.
Al riguardo, in carica, ebbe a dichiarare “Gli americani sanno di non avere eletto un eunuco!” Si sposò con la giovane Frances Folsom ed ebbe cinque figli.
Della First Lady occorre qui parlare perché, allorquando il coniuge sarà sconfitto nel successivo 1888, lasciando White House, dirà al maggiordomo “Non tocchi niente perché fra quattro anni torneremo” e così accadde!)

Al termine di una campagna non particolarmente convulsa, Cleveland vinse di pochissimo (il New York, Stato decisivo, lo vide prevalere per mille suffragi appena abbondanti in più del rivale).
Con buona probabilità, Blaine avrebbe potuto malgrado tutto vincere se il Reverendo Samuel Burchard, suo sostenitore, non avesse pubblicamente attaccato e denigrato i cattolici – pochi, all’epoca, ma nel frangente, importanti – definendoli “ubriaconi e dediti alla secessione”.

In termini di Stati, il democratico ne conquistò venti mentre al repubblicano ne andarono diciotto.
In termini di delegati al Collegio Elettorale, Cleveland prevalse per duecentodiciannove a centoottantadue.
(Si consideri che il citato New York contava da solo su trentasei Elettori).

Annotazioni
È l’anno – ribadisco – nel quale si afferma Grover Cleveland, democratico, che, vincendo, interrompe una serie di affermazioni GOP iniziate nel 1860 con Lincoln.
L’esponente dell’Asinello di cui si tratta si segnala per un paio di particolarità.
È l’unico eletto due volte ma non consecutivamente (sconfitto da Benjamin Harrison nel 1888, rivincerà nel 1892) ragione per la quale è conteggiato sia come ventiduesimo che come ventiquattresimo Presidente.
È l’unico Capo dello Stato democratico dal citato 1860 al 1912, dato che dopo di lui e fino a Woodrow Wilson la palla resterà sempre in mano ai repubblicani.

15 marzo 2024

Tenere conto dei sondaggi 237 giorni prima del voto?

Ok, tutti i siti, compresi i più autorevoli, seguendo la campagna e cercando di capire gli umori dei votanti sfornano a ripetizione sondaggi i più affidabili dei quali, stante il sistema elettorale USA, riferiscono a proposito dei singoli Stati.
Dobbiamo davvero tenerne conto e se così è in quale misura?
Un riferimento storico a tale riguardo.
Nel 1980, a duecento trentasette giorni dal voto – pressappoco quanti ne mancano oggi – il Presidente uscente Jimmy Carter precedeva lo sfidante Ronald Reagan di quattordici punti percentuali.
Ebbene, nell’Election Day il repubblicano prevalse di dieci.
Un errore (preferiamo dire una differenza?) davvero notevole: ventiquattro punti!

14 marzo 2024

Quattro le ‘Cinture’ americane

Il Sud degli Stati Uniti.
‘Sun Belt’, la ‘Cintura’ del Sole.
Dalla California alla Florida, dove la nostra stella batte più fortemente e naturalmente fa caldo.

Il Sud Est USA, grosso modo gli Stati Confederati:
‘Bible Belt’, ‘Cintura’ della Bibbia, laddove la religione è preminente in particolare per la presenza degli evangelici.

Dal Texas alla Virginia, in specie Alabama, ancora Sud Est:
‘Black Belt’, ‘Cintura’ nera, in cotal modo originariamente chiamata per il colore della terra ed oggi, invero, per la grande presenza dei neri.

Dai Grandi Laghi al Midwest, a Nord:
‘Rust Belt’, ‘Cintura’ della ruggine, negli Stati nei quali la crisi economica ha colpito in particolare l’industria facendo chiudere i capannoni ragione per la quale i macchinari arrugginiscono.

14 marzo 2024

LGBTQ+ pro Biden ma non in modo assoluto

Una recente rilevazione sondaggistica nell’ambito della comunità LGBTQ+ in merito alle intenzioni di voto quanto alle Presidenziali ha evidenziato una notevole ma non assoluta tendenza degli aderenti a votare Joe Biden.
In effetti, al 43 per cento di convinti si aggiunge un 13 di propensi.
Quanto a Donald Trump, i suoi elettori sono in questo ambito tra sicuri e disponibili il 28 per cento.
Il 16 non si pronuncia.
Nell’ipotesi in cui scendesse in campo un terzo candidato indipendente di peso, il 21 per cento LGBTQ+ lo voterebbe restando peraltro Biden anche in questo caso il preferito al 44.

14 marzo 2024

Presidenziali del 1880

Si vota il 2 novembre e il parco dei partecipanti è del settantotto per cento.
Il Collegio è costituito da trecentosessantanove Elettori e quindi arriva a White House chi ne conquista almeno centoottantacinque.
Per la prima volta, un Presidente emerito viene preso in considerazione, e seriamente, per un terzo mandato, sia pure, nel caso, non consecutivo.
Si tratta di Ulysses Grant che il Partito Repubblicano pare voler riproporre.

Per inciso, non esisteva e non esisterà fino al 1951, una disposizione costituzionale che impedisse un terzo o, per dire, un quarto quadriennio.
Semplicemente, avendo il Padre della Patria George Washington rifiutato di presentarsi una terza volta, altrettanto avevano fatto i suoi successori.
È dopo la quadruplice elezione di Franklin Delano Roosevelt che il Congresso approverà un Emendamento, il ventiduesimo, che vieta la ricandidatura di chi sia stato “eletto due volte”.

Peraltro, nel corso di una lunga e tormentata Convention svoltasi a Chicago, il medesimo GOP – preso atto della confermata intenzione dell’uscente Rutherford Hayes di non riproporsi – infine, d’accordo i rivali che fanno convergere su di lui i loro delegati, si compatta su James Garfield, un Rappresentante dell’Ohio.
Sconfitto nell’occasione anche il Segretario al Tesoro John Sherman, fra l’altro fratello del Generale William Tecumseh Sherman.
Nel ticket – e finirà per governare visto che Garfield verrà assassinato – il chairman del partito nel New York Chester Arthur.

Nel campo avverso, assai influente il candidato sconfitto (ma vincente in termini di voti popolari) nel 1876 Samuel Tilden, a Cincinnati, prevalse il Generale Winfield Scott Hancock – l’ennesimo eroe della Guerra di Secessione sceso nell’agone politico.
Battuto in particolare il Senatore del Delaware Thomas Bayard.

Non trascurabile storicamente parlando, la partecipazione del Greenback Labor Party, una compagine che raccoglieva e rappresentava lo scontento di contadini e operai e che nelle Mid Term Elections del 1878 aveva avuto un qualche successo.
Il suo candidato James B. Weaver, un ex Generale (ancora?) celebre per aver guidato le truppe a Gettysburg e al momento alla Camera per l’Iowa, personaggio del quale avremo modo di riparlare, non va però nella circostanza oltre i trecentomila voti popolari.

Conclusione?
Garfield vincerà con un margine ridottissimo di voti popolari ma con duecentoquattordici Elettori al fianco contro i centocinquantacinque toccati al rivale.
I due contendenti maggiori conquisteranno lo stesso numero di Stati, diciannove.

14 marzo 2024

Biden e Trump ‘Presumptive Nominee’ dopo il ‘mini super Tuesday’

Non che qualcuno nutrisse dubbi in merito.
Confermando difatti le unanimi aspettative, sia Joe Biden che Donald Trump hanno ieri, in quello che per il numero degli Stati coinvolti veniva definito ‘mini super Tuesday’, raggiunto e superato il limite di delegati alle rispettive Convention necessari per essere in quell’ambito ufficialmente ‘nominati’.
Trump doveva arrivare a 1215 e Biden a 1968, diverso essendo il numero di coloro che parteciperanno alle kermesse estive nei due campi.
Da segnalare peraltro che in Georgia, per quanto si fosse ufficialmente ritirata dalla corsa, Nikki Haley – comunque sulla scheda ovviamente stampata in precedenza – ha ricevuto poco meno 15 per cento dei suffragi.
Non tutti i repubblicani, evidentemente, accettano senza se e senza ma il tycoon.

13 marzo 2024

I precedenti 5 novembre

Ricordato che è dal 1848 che si vota in un solo giorno, cinque le volte nelle quali le urne sono state aperte come quest’anno accadrà il 5 novembre.
Ove non si tenga conto al nostro fine (vedere se dai precedenti si può argomentare) del 1912 – quando l’uscita dal partito repubblicano, che non gli concesse la Nomination, e la sostanzialmente autonoma candidatura dell’ex Presidente Theodore Roosevelt provocò un cataclisma politico relegando addirittura il Capo dello Stato William Taft, anch’egli del Grand Old Party e in cerca di conferma, ad un umiliante terzo rango e permettendo al democratico Woodrow Wilson di conquistare White House – nelle altre quattro circostanze ha sempre ottenuto un nuovo mandato il Presidente in carica.
E valga il vero:
– 1872, conferma di Ulysses Grant
– 1940, terza elezione di Franklin Delano Roosevelt
– 1968, vince il già in sella Lyndon Johnson
– 1996, seconda vittoria di Bill Clinton
Volendo, si può aggiungere che tre dei quattro rinnovati erano democratici.
Se davvero ragionare sui precedenti senza in verità approfondire come stiamo facendo potesse portare a qualche conclusione questa sarebbe a favore di Joe Biden.
È così?

13 marzo 2024

Presidenziali del 1876

Le elezioni ebbero svolgimento il 7 novembre.
La percentuale dei votanti fu pari all’ottantuno e otto per cento degli aventi diritto.
Il Partito Repubblicano, riunito a Cincinnati, nominò non senza contrasti (l’oppositore era James Blaine) il Governatore dell’Ohio Rutherford Hayes.
Il Partito Democratico, con grande partecipazione ed entusiasmo, a Saint Louis, scelse il Governatore del New York Samuel Tilden.
I risultati ufficiali (si leggano le annotazioni seguenti) diedero centoottantacinque Elettori al GOP e centoottantaquattro all’esponente dell’Asinello.
I voti popolari furono invece favorevoli a Tilden.
Hayes, alla fine, fu dichiarato vincitore in ventuno Stati.
Tilden in diciassette.
Il totale dei Elettori all’epoca era trecentosessantanove.

Annotazioni.
La campagna elettorale del 1876 e il ‘Compromesso del 1877’
Quando furono resi noti i risultati delle elezioni per la Casa Bianca del 1876 fu evidente che il candidato democratico Samuel Tilden aveva ottenuto più voti popolari del suo rivale repubblicano Rutherford Hayes.
A causa del complesso sistema elettorale, però, nessuno dei due poteva contare su un numero di delegati tale da essere proclamato Presidente.
Tilden aveva centoottantaquattro voti, Hayes centosessantasei, mentre erano in discussione i diciannove delegati complessivamente spettanti alla Carolina del Sud, alla Louisiana e alla Florida (così come, quanto a quest’ultimo Stato, accadrà nel 2000).
Entrambi i candidati li reclamavano e tutti e tre gli Stati in questione avevano reso noti due diversi e contrastanti risultati.
Passarono mesi turbolenti.
Il repubblicano Hayes aveva bisogno di tutti i diciannove voti per ottenere la nomina.
A Tilden ne bastava uno solo.

A detta degli storici, è molto difficile dire chi avesse davvero diritto ai delegati in ballo.
I democratici erano accusati di aver fatto ricorso a metodi intimidatori, i repubblicani di essere responsabili di brogli.

In conclusione, la maggior parte degli studiosi è del parere che a Hayes probabilmente spettassero i delegati della Carolina del Sud e della Louisiana, ma che a Tilden toccassero quelli della Florida, la qual cosa gli avrebbe consentito di vincere.

Comunque, nel febbraio del successivo 1877 (all’epoca, si entrava in carica il 4 marzo e non, come dal 1937, il 20 gennaio dell’anno successivo a quello elettorale), la Commissione nominata dal Congresso per dirimere la faccenda decise di assegnare tutti i voti contestati a Hayes.
Fu una delibera chiaramente viziata da spirito di parte con gli otto membri repubblicani della Commissione schierati contro i sette democratici.
Questi ultimi, convinti di essere vittime di un sopruso, minacciarono l’ostruzionismo al Congresso al momento del conteggio formale dei voti, così da lasciare il Paese senza Presidente alla scadenza del mandato di Ulysses Grant.

Una serie di contatti dietro le quinte in particolare tra democratici del Sud e repubblicani portò, alla fine, ad una soluzione informale nota come ‘il Compromesso del 1877’.
In cambio del proprio assenso alla elezione di Hayes, gli aderenti al Partito dell’Asino ottennero la garanzia che il nuovo Presidente avrebbe ritirato le ultime truppe federali dal Sud, avrebbe affidato ad un sudista un incarico di spicco nel governo e avrebbe sostenuto le richieste del Sud in materia di aiuti per la ricostruzione della ferrovie.
Subito dopo essere entrato in carica, Hayes mantenne tutte le promesse.

Per arrivare alla or ora descritta soluzione, si dovette aspettare le fine di febbraio del 1877 e Hayes prevalse così infine con centoottantacinque voti contro centoottantaquattro.
Si tratta del voto più contrastato dell’intera storia USA, ove si escludano le due occasioni (1800 e 1824, come visto) nelle quali per arrivare al dunque quanto alla Presidenza si dovette ricorrere al voto della Camera.

13 marzo 2024

Pareggio!

Tornando alla previsione fatta dall’autorevole sito 270towin che in prospettiva 5 novembre va in questi giorni indicando in 239 gli Elettori (iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni) infine probabilmente repubblicani e in 222 quelli democratici (la qual cosa significa che i delegati degli Stati incerti sarebbero in totale 77), c’è la possibilità di un pareggio a 269 (essendo 538 il totale) in ragione del quale l’incarico quanto alla nomina del Presidente passerebbe dal Collegio che compongono alla Camera laddove si voterebbe per Delegazione pesando nell’incombenza ogni membro dell’Unione uno a prescindere dal numero degli abitanti.
Se difatti ai delegati dell’Elefante si aggiungessero quelli della Pennsylvania (19) e dell’Arizona (11) e a quelli dell’Asino Georgia (16) Michigan (15), Minnesota (10) e Nevada (6) – questi risultando al sito gli Stati non attribuibili, ‘battlegrounds’ quindi gergalmente – il particolarissimo esito sarebbe per la prima volta raggiunto.

12 marzo 2024