L’ex candidato alla Nomination Bernie Sanders si ricandida al Senato

Bernie Sanders non molla. Nonostante negli Stati Uniti da mesi ci sia un dibattito sull’età eccessivamente avanzata dei principali politici, tra cui i due candidati alla Casa Bianca, l’ottantaduenne senatore del Vermont ha annunciato che si ricandiderà nel suo Vermont.
Molto popolare tra i giovani americani di sinistra, Sanders ha corso per le primarie in campo democratico nel 2016 – dando parecchio filo da torcere a Hillary Clinton alla fine nominata – e nel 2020.
Nelle ultime settimane è stato molto critico nei confronti del sostegno dell’amministrazione Biden a Israele, denunciando il “disastro umanitario” a Gaza e le “politiche atroci” – sue le due espressioni riportate – del premier Benyamin Netanyahu.

7 maggio 2024

I Presidenti: Rutherford Hayes

La scheda.
Nato nel 1822 a Delaware (Ohio), partecipò alla Guerra di Secessione nell’esercito nordista e militò nelle fila del Partito Repubblicano.
Dapprima membro del Congresso e poi Governatore dell’Ohio, si candidò alle presidenziali del 1876.
In una contesa assai serrata, arrivò in sostanziale parità con il democratico Tilden.
Il Congresso fu allora chiamato a pronunciarsi: e, essendo a maggioranza repubblicana, favorì Hayes.
In cambio quest’ultimo avviò un processo di smilitarizzazione del Sud, che favorì tuttavia negli Stati meridionali l’ascesa di politici democratici smaccatamente razzisti (fu in questi anni che vide d’altronde la luce la segregazione razziale).
Hayes promosse poi la colonizzazione dell’Ovest, usando letteralmente il pugno di ferro con i pellerossa, sottoponendoli a massicce deportazioni.
Fortemente favorevole ad una politica di innovazione tecnico-industriale, la sua amministrazione fu inoltre caratterizzata da scioperi operai che vennero duramente repressi attraverso l’impiego delle truppe federali.
Terminato il mandato, decise di non candidarsi alle elezioni del 1880.
Si ritirò a vita privata e morì nel 1893 a Fremont, in Ohio.

7 maggio 2024

Wyoming: storia elettorale in occasione delle presidenziali

1892: Repubblicano (B. Harrison)
1896: Democratico (Bryan)
1900: Repubblicano (McKinley)
1904: Repubblicano (T. Roosevelt)
1908: Repubblicano (Taft)
1912: Democratico (Wilson)
1916: Democratico (Wilson)
1920: Repubblicano (Harding)
1924: Repubblicano (Coolidge)
1928: Repubblicano (Hoover)
1932: Democratico (F. D. Roosevelt)
1936: Democratico (F. D. Roosevelt)
1940: Democratico (F. D. Roosevelt)
1944: Repubblicano (Dewey)
1948: Democratico (Truman)
1952: Repubblicano (Eisenhower)
1956: Repubblicano (Eisenhower)
1960: Repubblicano (Nixon)
1964: Democratico (Johnson)
1968: Repubblicano (Nixon)
1972: Repubblicano (Nixon)
1976: Repubblicano (Ford)
1980: Repubblicano (Reagan)
1984: Repubblicano (Reagan)
1988: Repubblicano (G. H. Bush)
1992: Repubblicano (G. H. Bush)
1996: Repubblicano (Dole)
2000: Repubblicano (G. W. Bush)
2004: Repubblicano (G. W. Bush)
2008: Repubblicano (McCain)
2012: Repubblicano (Romney)
2016: Repubblicano (Trump)
2020; Repubblicano (Trump)

7 maggio 2024

Gli sconfitti: Samuel Tilden

Governatore del New York, il democratico Samuel Tilden andò nel 1876 assai vicino all’impresa.
Quale?
Quella di interrompere la serie di vittorie repubblicane.
Serie che aveva avuto inizio nel 1860 con Abraham Lincoln (vincitore anche quattro anni dopo) ed era proseguita con la duplice affermazione (1868 e 1872) di Ulysses Grant.
Perse.
Perse vincendo il voto popolare e non quello degli Elettori con l’iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni visto che loro compito è quello di eleggere effettivamente il Presidente (primo a subire tale bruciante sconfitta in quanto gli accadimenti del 1824 sono diversi).
Perse altresì per l’attribuzione al rivale repubblicano Rutherford Hayes, da parte di una specificamente creata Commissione congressuale, dei voti degli Elettori di tre Stati (fra i quali la Florida come accadrà nel 2000) in bilico e non assegnati sulla base degli scrutini.
Perse da questo punto di vista per un solo suffragio: cento ottantacinque a cento ottantaquattro.

7 maggio 2024

Robert Kennedy Jr si unisce a partiti poco noti per il ballottaggio

ABC News, a proposito di Robert Kennedy e delle sue possibilità quanto al superamento delle difficoltà insite nei ballott access statali ricorda che “in genere i candidati indipendenti devono sottoporsi al processo scrupoloso e costoso di raccolta di migliaia di firme dagli elettori registrati in ogni stato per qualificarsi.
Ma un candidato può aggirare questi requisiti se un partito politico che ha già diritto di voto in un dato Stato lo nomina per guidare il suo ticket lì”.

7 maggio 2024

Vincere travolgendo

Difficile stravincere la prima volta.
Più semplice la seconda.
Vale in generale questo discorso e, restando alle Presidenziali del dopoguerra, troviamo ampie conferme nel Richard Nixon 1972 e soprattutto nel Ronald Reagan 1984.
Esiste comunque un vincitore capace di creare una ‘valanga’ (si dice così gergalmente) alla prima occasione non avendo poi la possibilità di ripetersi.
Si tratta naturalmente di Lyndon Johnson.
La carta geografica elettorale del 1964 dopo la nomina degli Elettori (iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni perché loro specifico compito consiste nell’eleggere effettivamente il Presidente) è oltremodo impressionante: il blu democratico domina ovunque tranne che in una parte circoscritta del ‘profondo Sud’.
È quella del successore di Kennedy la vittoria più limpida e netta dal mitico 1820 di James Monroe.
Epocale!

7 maggio 2024

“United States”

9 settembre 1776: a Philadelphia, il Secondo Congresso Continentale decide ufficialmente che la dizione ‘United States’ sostituisca la precedentemente in uso ‘United Colonies’. Tutto procede velocemente, la Dichiarazione di Indipendenza essendo stata resa pubblica due mesi e cinque giorni prima.

7 maggio 2024

La corsa presidenziale non potrebbe essere più serrata

Sei mesi prima del giorno delle elezioni, il presidente Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump sono appaiati al trentasette per cento a testa in un sondaggio esclusivo di USA Today/Suffolk University mentre milioni di voti restano in palio.
Sebbene la feroce polarizzazione nazionale abbia determinato molte preferenze politiche, un elettore registrato su quattro (i ventiquattro per cento) afferma che potrebbe cambiare idea prima delle elezioni di novembre, e il dodici non ha ancora fatto una scelta.

6 maggio 2024

‘Ballott access’

Maggiore il numero degli Stati – superando le cui disposizioni, sostanzialmente i cui limiti, quanto ai requisiti richiesti per essere ammessi al voto novembrino – nei quali i partiti o i candidati indipendenti hanno attenuto il ‘ballott access’, maggiore il numero di Elettori (iniziale maiuscola per distinguerli da quelli comuni) componenti il Collegio che effettivamente nomina il Presidente a disposizione.
Naturalmente, più ‘facile’ la conquista della Executive Mansion.
Naturalmente altresì, i due soli partiti che hanno diritto per i trascorsi all’ammissione nelle cinquantuno (agli Stati dal 1964 si aggiunge nella circostanza il Distretto di Columbia) circoscrizioni e conseguentemente al voto di tutti i cinquecentotrentotto Electors sono il Democratico e il Repubblicano.
Asinelli ed Elefantini a parte, alle ore 0,45 del 6 maggio la situazione era la seguente:
Constitution Party, tredici Stati più sette nei quali è possibile il write-in (scrivere cioè sulla scheda il nome di un candidato non già nella stessa esplicitato) per centoventisei più cinquantanove Elettori;
Party for Socialism and Liberation, quattro Stati diciamo così normali più nove White-in, ripeto, per ventitre più settanta;
Robert Kennedy jr, nove più sette per centoquattordici più sessanta;
Cornell West, sei più cinque uguale a trentanove più cinquantanove;
Green Party, ventidue più otto, cioè duecentosessanta più sessantadue;
Libertarian Party, trentotto più cinque pari a trecento ottantaquattro più cinquanta Electors.

Occorre ricordare che gli Electors sono distribuiti tra gli Stati proporzionalmente al numero degli abitanti quali risultano nei Censimenti decennali nell’anno con finale zero (il primo nel 1790, l’ultimo nel 2020 ed il prossimo nel 2030) ed è questo il motivo per il quale, per esempio, i cinque Stati write-in (fra loro evidentemente uno o più membri dell’Unione elettoralmente ‘pesanti’) contano un maggior numero di Electors dei sei, per così dire, ‘normali’.

6 maggio 2024

In a five way race

Sondaggio su base nazionale (con tutti i limiti del caso perché è ai singoli Stati che occorre guardare) datato 5 maggio di ABC News/Ipsos.
Considerando solo Joe Biden e Donald Trump, il primo prevale con il quarantanove al quarantacinque per cento delle intenzioni di voto generali.
Un distacco notevole che si riduce (quarantasei a quarantacinque) se si tiene conto solo degli elettori registrati e svanisce eccome se – correttamente visto che i candidati sono più di due – si considerano anche Robert Kennedy jr, Cornell West e Jill Stein.
Questa la vera (attenzione, un sondaggio non è assolutamente la Bibbia!) graduatoria in a five way race:
Trump quarantadue
Biden quaranta
Kennedy dodici
West due
Stein uno.

6 maggio 2024